Il Lago di Pilato torna a riempirsi, ma resta l’allarme: poca acqua e rischio per il chirocefalo

Con la primavera riaffiora il lago glaciale più alto dei Sibillini, ma la scarsità idrica preoccupa gli studiosi. In pericolo l’ecosistema unico del chirocefalo, crostaceo preistorico che vive solo qui.

Con l'arrivo della primavera torna il Lago di Pilato, lo specchio d'acqua di origine glaciale posto a 1940 metri di altitudine sul Monte Vettore. Ma, ancora non si è ricomposta la classica forma a occhiale. Negli ultimi anni il lago sta infatti affrontando una crisi idrica senza precedenti, dovuta anche alla scarsità delle precipitzioni invernali. L'arrivo della primavera, con la fusione delle nevi, gli ha ridato linfa vitale, ma preoccupa tra gli studiosi la scarsità di acqua che sta mettendo in pericolo l'ecosistema unico che ospita, in particolare il chirocefalo del Marchesoni, un crostaceo endemico che vive esclusivamente in queste acque.

Alimentato dalla fusione delle nevi e dalle precipitazioni negli ultimi anni il bacino ha mostrato un crescente carattere di temporaneità, con episodi di prosciugamento sempre più frequenti, soprattutto dopo il terremoto del 2016 che ha aumentato la permeabilità del suolo. Una condizione di vulnerabilità confermata dai monitoraggi condotti dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini e dall'Università di Perugia. Lo scorso anno, per esempio, il lago si è completamente prosciugato.

 

Il chirocefalo del Marchesoni

Il chirocefalo del Marchesoni è un piccolo crostaceo rossiccio che misura circa 9-12 millimetri e nuota con il ventre rivolto verso l'alto. Questa specie ha sviluppato una strategia riproduttiva che le consente di sopravvivere in condizioni ambientali estreme: le sue uova, chiamate "cisti", possono rimanere in uno stato di quiescenza tra la ghiaia anche in assenza d'acqua per oltre un anno.
Per proteggere le uova del chirocefalo, durante la secca che ha interessato il lago nell'estate 2024, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha allestito una recinzione lungo l'intero perimetro del bacino prosciugato per impedire che gli escursionisti calpestassero le aree dove erano deposte le uova.

Oggi la situazione non è così estrema, ma la poca acqua contenuta nel lago già a inizio stagione ha fatto drizzare le antenne agli addetti ai lavori, che hanno fin da subito iniziato a monitorare la situazione. Come infatti raccontano sui social del Parco Nazionale dei Sibillini  “La valle del Lago di Pilato è l’ecosistema più fragile di tutto il Parco. Il lago non ha immissari, è alimentato solo dalla fusione delle nevi e dalle precipitazioni, quindi le sue dimensioni possono variare notevolmente sia nel corso degli anni che nell’arco dello stesso anno in risposta ai cambiamenti meteoclimatici. Inoltre, la ghiaia che scivola dalle pareti rischia di riempire il bacino abbassando quindi il livello dell’acqua. Il Chirocefalo depone le uova nella ghiaia, vicino alle sponde del lago dove l’acqua è più bassa; le uova, anche in caso di esposizione all’aria, sopravvivono al gelo e alla siccità e, pertanto, se ci avviciniamo rischiamo di calpestarle e distruggerle".