"Il sognatore" da Gasparini e Ranieri una nuova via di misto sul Peschio Pedone

L'itinerario sale il versante nord, prima in un canalino e poi per un sistema articolato di placche, diedri e fessure. Sviluppo 280 metri, difficoltà fino a un massimo di M7

L'inizio della stagione invernale - intesa come condizioni meteo e non come calendario- quest'anno è stato generoso di neve tanto sulle Alpi quanto in Appennino, solleticando l'appetito degli alpinisti. Luca Gasparini e Gianluigi Ranieri ne hanno approfittato per aprire una nuova via sul Sirente, dove hanno tracciato Il sognatore, un itinerario di 280 metri, con difficoltà valutate in TD+, M7 massimo, sulla parete nord del Peschio Pedone. 

 

Luca è particolarmente contento della buona riuscita della puntata in una zona meno battuta rispetto ad altre più gettonate dell'appennino abruzzese. “Il Gran Sasso è difficile da raggiungere con la chiusura della strada, così siamo andati a fare un giro nel Sirente, che regala sempre un'atmosfera di avventura – spiega Gasparini-. Guardando vecchi album di vie, ho notato questo canalino, che con un po' di immaginazione e altrettanta fortuna sarebbe potuto diventare una via”.

Sulla cresta del Peschio Pedone corre una via storica, Il pilastro dell'Indio, recentemente pulita e riattrezzata da Cristiano Iurisci. Il sognatore sale alla sua destra. “È un ambiente selvaggio, uscire dalla pareti significa affrontare un impegno diverso a livello mentale. Ti devi giostrare tra crinali e creste. Il sognatore attacca nel canalino, ma poi sale per placche, diedri e fessure, è molto varia. Ovviamente non c'era ghiaccio, ma solo neve fresca, per cui bisognava capire un po' come muoversi”.

 

In attesa di ripetizioni, Luca non si sbilancia eccessivamente sulle difficoltà. “Ho proposto un M6 o M7, principalmente per il diedro finale strapiombante, che è corto, ma piuttosto impegnativo. Nel complesso si scala su difficoltà di M5, M5+, ma il grado non dice tutto perché bisogna sapere arrampicare in placca con i ramponi, ma senza materia. Insomma, è un po' la solita ravanata appenninica”. Gasparini e Ranieri hanno lasciato chiodi di protezione nei tiri più duri. Come materiale sono consigliati due viti da ghiaccio corte, un set di friend medio-piccoli, micro BD, una scelta di chiodi da roccia.

 

Per l'attacco bisogna seguire la sterrata che parte dallo Chalet del Sirente e poi prendere il sentiero marcato con segnavia bianco-rossi. Più avanti si abbandona il sentiero principale che attraversa la radura per salire frontalmente, prima su terreno aperto e poi nel bosco. All'uscita dallo stesso ci si trova nella Valle della Neviera, in prossimità dell'attacco, a quota 1720 metri circa.

La discesa non è da sottovalutare: usciti dalla via bisogna proseguire in salita lungo la cresta su facile terreno misto, raggiungere e superare un breve tratto sottile ed esposto con cornici. Quindi è necessario risalire il canale successivo per 120 metri, fino a uscire nuovamente sulla cresta, che ora si segue, ora di abbandona verso nord fino a una sella evidente. A quel punto si prende il largo canale che scende a destra verso la Neviera, per tornare alla base della via.