I tre in bivacco. Foto Tommaso Lamantia
L'ombra del Fitz Roy. Foto Tommaso Lamantia
I primi metri di misto. Foto Tommaso Lamantia
In avvicinamento verso la base della parete. Foto Tommaso Lamantia
La Casarotto al Pilastro Goretta. Foto Tommaso Lamantia
Verso la base della parete. Foto Tommaso Lamantia
Marco Majori, Matteo Della Bordella, Tommaso Lamantia sul Pilastro Goretta al Ftiz Roy
In avvicinamento alla parete. Foto Matteo Della Bordella
In parete. Foto Matteo Della Bordella
Al rientro, la zona dove erano depositati gli sci, scovolta dalla caduta del blocco di neve e ghiaccio. Foto Matteo Della Bordella“Noi già pensavamo a come organizzare la discesa dopo la vetta, stava andando tutto troppo bene… e invece”. E invece non c’è stato nulla da fare per la cordata composta da Matteo Della Bordella, Tommaso Lamantia e Marco Majori, sul Fitz Roy invernale. I tre, con il supporto del Club Alpino Italiano, puntano alla realizzazione della prima invernale alla via Casarotto sul Pilastro Goretta del Fitz Roy, ma ancora una volta le condizioni della Patagonia hanno avuto l’ultima parola.
“Ci credevamo tanto – racconta Della Bordella –. Il primo giorno, sul misto, è andato avanti Tommy, e ha salito i primi 300 metri. La sera, da casa, ci dicono che la finestra meteo è buona. Così il secondo giorno Majo inizia a scalare sul pilastro, poi vado avanti io. C’è un po’ di vento, ma bene. Raggiungiamo la metà del pilastro e bivacchiamo su un terrazzino. Ancora una volta da casa ci dicono che le previsioni sono buone”. Da un momento all’altro però, durante la notte, si alza il vento: freddo e forte. “Capiamo subito che qualcosa non va. Il giorno dopo è sereno, ma con vento molto forte. Siamo tutti vestiti, le mani ghiacciate, facciamo fatica a gestire le corde: troppo rischioso proseguire. Decidiamo di scendere e, raggiunta la base della parete, troviamo la brutta sorpresa: gli sci spaccati dal crollo di un blocco di neve e ghiaccio che li ha travolti”. L’umore dei tre rimane però sempre alto e, constatato l’accaduto, hanno voltato le spalle al Fitz Roy, puntando dritti verso El Chalten, a piedi. “Sembrava tutto perfetto e invece siamo ancora qui a tenere duro, nel classico limbo patagonico”.
“Qui ci vuole tutto preciso” commenta Lamantia. “Meteo, temperature, vento, motivazione, soci, tecnica e tutti gli altri dettagli. Non si può pensare di fare una via del genere se tutto non è allineato. Noi avevamo tutto perfetto ma quel vento, che non davano nelle previsioni, ci ha fregato. Non ho mai avuto problemi a continuare con un po’ di brutto tempo… ma qui era impossibile continuare”.
Per i prossimi giorni sulle montagne della Patagonia è previsto brutto tempo, si spera però in una finestra nei primi giorni di settembre, neve permettendo. Per ora continua l’attesa.