ZanzaraLa progressiva crescita delle temperature medie, unita a inverni meno rigidi, sta creando le condizioni ideali per la proliferazione di insetti tipicamente associati a climi più miti. Il professor Ignazio Castagliuolo dell'Università di Padova ha sottolineato come il riscaldamento globale influisca sulla sopravvivenza, sui tassi di puntura e sulla replicazione virale delle zanzare, aumentando la capacità di trasmettere malattie come il virus del Nilo occidentale.
In particolare, la zanzara tigre (Aedes albopictus), originaria delle regioni tropicali, si sta adattando a climi più freschi e recentemente è stata osservata anche in aree montane precedentemente inospitali. L'aumento dell'umidità e delle piogge improvvise, conseguenze del cambiamento climatico, creano ambienti ideali per la riproduzione di questi insetti, come pozzanghere e ristagni d'acqua.
Zecche in espansione: un rischio per la salute
Anche le zecche stanno ampliando il loro areale di diffusione. Il cambiamento climatico ha portato a un aumento significativo delle zecche nei nostri territori. Le temperature più elevate e l'aumento dell'umidità favoriscono la proliferazione di questi parassiti, che possono trasmettere malattie come la malattia di Lyme e l'encefalite da zecche.
Le rilevazioni più recenti mostrano come stiano colonizzando altitudini sempre maggiori, fino a 2.000 metri. Inoltre, l'aumento delle temperature nei mesi invernali riduce il letargo delle zecche, rendendole attive per periodi più lunghi e aumentando il rischio di trasmissione di malattie.
Altri insetti: una minaccia per la biodiversità montana
Un altro studio significativo arriva dal Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin dell'Università Sapienza di Roma, che ha evidenziato come la diminuzione di mosche tachinidi, a causa del cambiamento climatico, rappresenti un rischio per l'ecosistema delle aree montane. Queste mosche svolgono un ruolo cruciale nel controllo delle popolazioni di insetti erbivori.
Inoltre, il progetto PRIN – SENTINEL, che coinvolge le Università di Torino, Parma, Padova e il CNR, studia le variazioni nella biodiversità degli ambienti di alta quota, dimostrando come il cambiamento climatico influenzi flora, fauna e suolo.
L'aumento di questi insetti in montagna non rappresenta solo un rischio per la salute degli escursionisti, ma può anche avere impatti sulla fauna locale e sugli equilibri ecologici. La presenza di nuovi vettori di malattie potrebbe mettere sotto pressione i sistemi sanitari locali, spesso non preparati ad affrontare patologie precedentemente assenti in queste aree.