Una delle poche immagini del ricovero diffuse dalla poliziaHa fatto scalpore la storia di un bulgaro di 62 anni, Bojan Ivanov, scomparso nel 2013 e ritrovato nei monti Pirin dal servizio forestale poche settimane fa. La notizia ha avuto larga eco sui media nazionali, tanto che si è sparsa rapidamente anche oltre i confini della Bulgaria. Inizialmente la vicenda ha assunto toni piuttosto simili a quelli di un Into the wild in versione est europea. Di Bojan erano state perse le tracce nell'autunno del 2013, quando aveva lasciato la casa dove viveva con sua madre a Novo Selo. Due anni più tardi - dopo lunghe e infruttuose ricerche- era stato dichiarato ufficialmente scomparso e nel 2020 le autorità bulgare avevano emesso un certificato di morte, come avviene in questi casi dopo cinque anni. Recentemente la madre ha sofferto di problemi di salute e sembra che le ricerche siano riprese proprio in seguito al peggioramento delle stesse. Infine, Bojan è stato trovato nei monti Pirin dai ranger del parco naturale.
Stando alle prime testimonianze, sarebbe vissuto con mezzi di fortuna, in auto sostenimento, nutrendosi principalmente di quanto la natura poteva offrire. In un secondo momento - secondo alcune fonti, tra cui Fakti.bg, tv21 e Slobondenpecat.mk- è emerso invece che Bojan avrebbe abitato solo temporaneamente nei boschi del parco naturale, spostandosi a più riprese oltre confine. I monti Pirin infatti fanno parte di una catena montuosa della Bulgaria sudoccidentale, nella regione storica della Macedonia, vicino al confine con la Grecia. Il Vihren (2.914 metri), rappresenta la massima elevazione del gruppo, ma la catena si estende per oltre 40 chilometri ed è facile fare perdere le proprie tracce nei suoi aspri territori, anche valicando la frontiera.
Dalle indagini svolte dalla stampa locale, le motivazioni alla base della scomparsa di Bojan non vanno comunque cercate nell'ideale di una natura da vivere nella sua pienezza o nel rifiuto della società moderna, quanto piuttosto per motivi molto più concreti. A quanto pare Ivanov aveva contratto diversi debiti per le sue attività editoriali e non era riuscito a ripagarli. In seguito alla sua insolvenza i creditori sarebbero passati dalle vie legali a soluzioni "alternative", bruciandogli la macchina e malmenandolo. Da qui l'idea di fuggire e fare perdere completamente le proprie tracce, anche ai propri cari.
Dopo essere stato ascoltato dalla polizia, Bojan è stato rilasciato, in quanto la sparizione in sé non è considerato un crimine. Contestualmente sono state avviate le pratiche per invalidare il certificato di morte, dal momento che Ivanov ha confermato la propria identità. Resta invece da capire dove Bojan andrà a vivere: il 62enne non ha fornito informazioni a riguardo e non è da escludere una nuova fuga into the wild, anche perché, a quanto pare, è stato del tutto riluttante ad abbandonare le sue montagne quando i ranger lo hanno trovato.