Cucciolo di foca barbuta - Foto Kit Kovacs IUCN
Foca barbuta - Foto Kit Kovacs IUCN
Foca barbuta - Foto Kit Kovacs IUCN
Foca barbuta con cucciolo - Foto Kit Kovacs IUCN
Foca barbuta - Foto Kit Kovacs IUCN
Foca barbuta - Foto Kit Kovacs IUCNL'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha diffuso nei giorni scorsi, in occasione del suo Congresso Mondiale ad Abu Dhabi, l'ultimo Aggiornamento della Lista Rossa delle Specie Minacciate. Accanto a successi, quali la ripresa della popolazione globale di tartarughe marine, l'aggiornamento mette in luce un preoccupante declino per tre specie di foche artiche. La Lista Rossa IUCN conta ora 172.620 specie, di cui 48.646 sono minacciate di estinzione.
Il cambiamento climatico minaccia le foche artiche
La Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate (IUCN Red List of Threatened Species) è l'inventario globale più autorevole e completo sullo stato di conservazione di animali, funghi e piante del mondo. Gestita dall'IUCN, è considerata l'indicatore fondamentale della salute della biodiversità mondiale. Il suo scopo principale è valutare il rischio di estinzione delle specie a livello globale, utilizzando criteri scientificamente rigorosi e quantitativi. Per classificare le specie, in base alla probabilità di estinzione, vengono utilizzate diverse categorie, tra cui tre principali, che rappresentano gli stati di conservazione più preoccupanti: in pericolo critico (rischio estremamente elevato di estinzione in natura), in pericolo (rischio molto elevato), e vulnerabile (rischio elevato).
Oltre a rappresentare un importante documento informativo, e uno strumento utile a monitorare lo stato di conservazione delle specie, la Lista Rossa supporta governi, ONG e istituzioni scientifiche nelle politiche di conservazione, aiutando a concentrare le risorse sulle specie che ne hanno più bisogno.
Le tre specie di foche dell'Artico, che hanno visto un peggioramento del loro stato di conservazione, guadagnando una posizione nella scala delle categorie della Lista Rossa, sono le seguenti:
- Foca dal cappuccio (Cystophora cristata): passata da vulnerabile a in pericolo. Una foca facilmente riconoscibile per la presenza di una cresta gonfiabile a proboscide, presente negli esemplari maschi, estensibile dal naso agli occhi, che viene usata per esibizioni e minacce.
- Foca barbuta (Erignathus barbatus): passata da minore preoccupazione a quasi minacciata. Si tratta di una delle più grandi foche artiche, che possono raggiungere quasi 3 m di lunghezza, riconoscibile per le vibrisse (baffi) spesse e lunghe, che usa come antenne sensoriali per individuare prede, come vongole, calamari, pesci, nei sedimenti del fondo marino poco profondo.
- Foca della Groenlandia (Pagophilus groenlandicus): passata da minore preoccupazione a quasi minacciata. Nota anche come Foca dalla sella, prende il nome dalla grande chiazza scura a forma di arpa presente sul dorso degli adulti. È una specie migratoria, che segue l'espansione e la contrazione del ghiaccio artico.
L'impatto critico del riscaldamento globale, che nell'Artico si verifica quattro volte più rapidamente rispetto ad altre regioni del Pianeta, sta avendo conseguenze devastanti sulle specie dipendenti dal ghiaccio marino. Un elemento vitale per queste foche per la riproduzione, l'allattamento dei cuccioli, la muta, il riposo e l'accesso alle aree di foraggiamento. La sua progressiva perdita e assottigliamento stanno compromettendo il loro intero ciclo vitale.
La perdita delle specie di foche artiche avrebbe un impatto signficativo sulla salute dell'intero ambiente dell'Artico. Rappresentano infatti delle specie chiave, in quanto si cibano di pesci e invertebrati, riciclano nutrienti e rappresentano una fonte alimentare fondamentale per predatori come gli orsi polari. Accanto al cambiamento climatico, ulteriori minacce alla loro sopravvivenza, includono l'aumento del trasporto marittimo, l'inquinamento acustico, lo sfruttamento di petrolio e minerali, la caccia non sostenibile e le catture accessorie nella pesca.
Come evidenziato dalla Dott.ssa Grethel Aguilar, Direttore Generale dell'IUCN, l’aggiornamento della Lista Rossa “mette in luce sia le sfide urgenti che le grandi possibilità che abbiamo davanti”, presentandosi come un invito all’azione, ad affrontare con decisione la crisi climatica come priorità assoluta per la conservazione della biodiversità.