Il vulcano Vilyuchinsky © Wikimedia CommonsDue persone sono morte e una terza è stata tratta in salvo dopo un tentativo di scalata non autorizzato sul vulcano Vilyuchinsky, nella penisola della Kamčatka, nell’estremo oriente russo. L’incidente è avvenuto sabato 4 ottobre, a circa 1500 metri di altezza, secondo quanto riferito dal Ministero per le Situazioni d’Emergenza (EMERCOM) della regione.
La dinamica
Le vittime, un uomo e una donna, facevano parte di un gruppo di tre alpinisti non registrati che stavano tentando l’ascesa del Vilyuchinsky, un imponente stratovulcano di 2173 metri. Durante la salita, i due sono precipitati lungo un pendio ghiacciato e hanno riportato gravi ferite. L’uomo è morto sul colpo, mentre la donna è deceduta poco dopo, durante le operazioni di discesa per cercare di portarla in salvo.
La terza componente del gruppo, una donna, è stata recuperata viva ma in stato di ipotermia e profonda stanchezza. I soccorritori l’hanno trasportata a valle con una barella e affidata ai medici. Le sue condizioni sono state descritte come moderatamente gravi, ma non in pericolo di vita.
Il ministro regionale per le Emergenze, Sergey Lebedev, ha sottolineato le difficoltà incontrate dalle squadre di soccorso: “Le condizioni meteorologiche erano estremamente dure, con forti venti, basse temperature e tratti di ghiaccio molto insidiosi”. Per il recupero sono stati impiegati elicotteri Mi-8 e unità terrestri specializzate.
La scalata non era autorizzata
Secondo quanto dichiarato dalle autorità locali, la scalata era vietata: dal primo luglio il percorso di accesso al Vilyuchinsky è ufficialmente chiuso a causa dell’instabilità dei pendii e del rischio di slavine. I tre escursionisti non avevano comunicato i propri piani né ottenuto le autorizzazioni necessarie, come previsto dalle normative vigenti per le spedizioni nella regione della Kamčatka.
Il Vilyuchinsky, situato circa 50 chilometri a sud di Petropavlovsk-Kamčatskij, è uno dei vulcani più iconici della penisola. Si tratta di uno stratovulcano spento, la cui ultima eruzione è avvenuta nell'8050 a.C. Oggi, le sue pendici ghiacciate sono ambite ogni anno da molti escursionisti e alpinisti che raggiungono la regione.
Le autorità russe hanno aperto un’indagine per accertare le circostanze dell’incidente e la responsabilità dei partecipanti nella violazione del divieto di accesso.