Sulla cima est del Jurau A © Iker ed Eneko PouLa spedizione dei fratelli Pou nelle Ande si sta rivelando fruttuosa: in tre giorni Iker ed Eneko hanno aperto sulla cima est dello Jurau A - 5.520 metri di quota per i due alpinisti baschi- la via Kuntur, un vero e proprio "siluro" di oltre 1500 metri, con difficoltà fino a 6c/70°/M5.
Jurau è il nome di una pianta locale che cresce alla base di queste montagne del massiccio dello Huayhuash, adiacente la Cordillera Blanca, e che presenta un fiore lilla. Il Jurau A (5.460m) e il Jurau B (5.727m) sono stati così rinominati dopo il tentativo del 2017 di Matteo Bernasconi, Matteo Della Bordella e Tito Arosio alla grande parete est del Siula Grande. Inizialmente la parte iniziale della loro salita era stata localizzata sull'anticima del Siula Grande, ma in realtà percorreva una parte del Jurau B. Secondo quanto riportato sull'American Alpine Club, nel 2018 José Maria Andres e Samuel Gomez "Chemari" hanno aperto sul Jurau A una nuova linea, Chanchos y Chacras (1000m, 6c M4 + 65°), che è riuscita ad arrivare fino a pochi metri dalla vetta.
La via che si sono lasciati alle spalle Los hermanos Pou alla cima est è imponente: 1.575 metri, con tiri fino al 6c su roccia, 70° su neve e ghiaccio e M5 in sezioni miste. "Abbiamo concluso con l'ultima luce del secondo giorno, dopo un bivacco difficile su una piccola cengia, a 5.000 m. Dalla cima ci siamo dovuti calare per due ore al buio, poi siamo crollati di nuovo, eravamo cotti. Quel giorno avevamo fatto una salita di 13 ore, oltre alle 12 del giorno prima e altre 5 in avvicinamento... Il terzo giorno ci siamo svegliati completamente sfiniti, ma dovevamo ancora capire la via di discesa. Ci sono volute altre 7 ore per tornare al campo base".
La linea di salita con i bivacchi © Iker ed Eneko PouI Pou hanno battezzato la nuova linea "Kuntur" (in lingua quechua significa Condor) in onore dei quattro enormi uccelli che hanno sorvolato la loro cima. "Oltre allo sforzo, alle difficoltà, l'altitudine e gli alti e bassi dell'apertura di una nuova linea, ciò che ci ha davvero segnato è stato questo spettacolo della natura, crudo e travolgente. Dopo sette stagioni nella Blanca, non avevamo mai sperimentato nulla di simile. Condividere la parete con i condor – qualcosa di così raro e potente – è stato semplicemente incredibile".
La cordata ha lasciato la via completamente pulita, usando solo nut e friend, piazzati e rimossi. "I tiri chiave non sono incredibilmente duri, ma sempre adrenalinici: difficili da proteggere e, nella maggior parte dei casi, non vuoi proprio cadere...Non abbiamo lasciato nulla in parete, quindi è una scalata davvero seria. Inoltre, trasportare l'attrezzatura da bivacco e il cibo per tre giorni l'ha resa una vera e propria fatica, fisicamente brutale e logisticamente complessa".
La salita è stata effettuata in stile alpino © Iker ed Eneko PouL'aspetto più difficile però è stato quello emozionale, legato alle recenti vicende che li hanno coinvolti: "La parte più difficile non è stata la scalata in sé, ma superare il peso emotivo. Prima, il tragico incidente sull' Artesonraju, dove abbiamo tentato senza successo di recuperare tre compagni alpinisti. Ma il soccorso fa parte dei doveri di un alpinista. Poi, le notizie continuavano ad arrivare: un amico dopo l'altro che moriva sulle montagne di tutto il mondo. Otto amici persi in meno di tre settimane…è stato un dolore così forte. Per poco non ce l'abbiamo fatta. Per giorni ci siamo sentiti esausti, demotivati, incapaci di affrontare una scalata così impegnativa".