In arrampicata su L'Intrusa
L'Intrusa è la via che sale più a destra sulla torre
Palestina Libera, Castei MeridionaliL'estate 2025 di Francesco Salvaterra è una estate di lavoro, come sempre capita per le guide alpine, ma che ha portato anche alla chiusura di tanti "piccoli" progetti sulle Dolomiti di Brenta, il giardino di casa dell'alpinista trentino. L'ultimo riguarda la Torre d'Ambiez, elegante formazione che si trova vicino alla più battuta parete: proprio a destra del celebre Diedro Armani (1938, 270m, IV+), in questi giorni Salvaterra ha liberato L'Intrusa (VII max, VI+ obbligatorio, 250 metri).
Come mai L'intrusa?
Perché sulla torre ci sono vie classiche, mentre questa, pur non essendo sportiva, è moderna, con soste a spit e qualche altro spit sui tiri, anche se non molti, per questo abbiamo optato per gradi tradizionali. È una via da integrare, su roccia quasi sempre molto bella, con molto grip, quasi tagliente. Tipo Pedra Longa, in Sardegna. È la via più difficile della cima, segue grosso modo uno spigolo. Sull'estremità opposta avevo già aperto la Lisa (VI-), questa però è più impegnativa, pur non essendo estrema. L'ho aperta l'anno scorso in giornata con Alberto Bettoli, in una decina di ore, quest'anno sono tornato con Christopher Righi, un altro mio cliente. Ho finito di pulirla, ho aggiunto qualche protezione e ho fatto la libera. È una via consigliata: è d'impegno ma non troppo e non bisogna portarsi dietro chiodi e martello. Per scendere ci sono sei doppie dalla normale.
Sempre in Val d'Ambiez hai effettuato da pochi giorni la rotpunkt di Palestina Libera (290m IX- max, VII+ obbligatorio).
Ho vissuto questa piccola avventura con Marco Pellegrini, mio "socio" da anni. Volevamo una linea in grado di ingaggiarci in libera, ma con uno stile tradizionale, spingere sia sulla componente psicologica che su quella tecnica. Nel 2023 siamo finiti sul pilastro giallo dei Castei Meridionali quasi per caso, per esperimento. Ci sembrava improbabile riuscire a salire senza fix da quei gialli senza una linea logica e su roccia di dubbia qualità. Invece la roccia era compatta e ricca di buchi, la parete sarebbe baciata dal sole anche se non abbiamo mai avuto la grazia di vederlo. La libera - a tiri alterni- ci ha impegnato parecchio, è un'arrampicata molto fisica, la via non molla mai, il grado può essere un 7b, 7b+.
Nel nome una dichiarazione ben precisa.
Credo che noi alpinisti abbiamo l'opportunità di dire la nostra esprimendoci in montagna, anche se so bene che dare il nome a una via non aiuta nessuno e forse ci sarebbero forme di protesta più utili, come andare a una manifestazione. Ma abbiamo voluto comunque affermare la nostra disapprovazione per come stanno andando le cose, per le scelte del governo israeliano. Diciamo che è una forma di solidarietà.
Non è la prima volta che vi esprimete a riguardo, la situazione purtroppo non cambia. Questo stallo che dura nel tempo che effetto ti fa?
Secondo me c'è chi ha delle precise responsabilità, come Israele. Poi ci sono anche gli altri governi che non sono coinvolti direttamente, ma non contrastano la situazione e non posso essere ottimista. D'altronde la situazione non fa altro che rispettare quello che siamo. A nessuno interessa davvero il prossimo o i valori, la questione non tocca il nostro orticello e quindi non interveniamo. Comunque mi ci metto in mezzo, tra quelli che poi nel concreto non fanno più di tanto.
E qui veniamo alla terza via del periodo: Inshallah, che ha avuto una lunga gestazione.
L'ho aperta con Andrea Rosà, ci sono voluti anni perché nel frattempo siamo diventati genitori entrambi, abbiamo sempre rimandato. L'anno scorso dovevamo andare a finirla e ho pure perso la sveglia... comunque il nome non è dovuto tanto a quello, ma al fatto che siamo stati in Marocco e siamo rimasti affascinati da questo loro approccio, per cui arrivi dove arrivi con la tua volontà, ma non puoi controllare tutto. Mentre noi qui siamo sempre di corsa, sempre a "brigare". Dopo quattro anni finalmente abbiamo terminato il progetto in Corna Rossa, che poi è una delle pareti più comode delle Dolomiti di Brenta e infatti la via ha già avuto 6-7 ripetizioni. È un itinerario di un certo impegno, ma più facile del previsto [6c+ max, 6b obbligatorio, RS2/3, ndr]. Si tratta di una via moderna, dove abbiamo cercato di mettere protezioni mobili dove possibile e fix sulle sezioni compatte. Le soste però sono tutte a fix. La qualità della roccia è generalmente molto buona, è una via fatta per essere ripetuta.