
Nel 130° anniversario della nascita di Salvatore Cambosu, la Fondazione a lui dedicata – istituita con Legge Regionale e con sede a Orotelli – ha scelto di ricordarlo camminando. E lo fa insieme al CAI di Nuoro, seguendo le orme dei protagonisti dei suoi romanzi, da Miele Amaro a Una stagione a Orolai, passando per L’anno del Campo Selvatico e i suoi celebri reportage.
È proprio sulle tracce di Cardellino, figura centrale di Una stagione a Orolai, che il presidente della Fondazione Piero Marteddu e il sindaco Toni Bosu hanno coinvolto il Club Alpino Italiano per organizzare una escursione-manifestazione domenica 30 novembre. L’iniziativa rientra nelle giornate dedicate alle celebrazioni del premio letterario “Salvatore Cambosu”, che prevede anche la cerimonia di sabato 29 e, nel pomeriggio del 30, la visita al Museo regionale multimediale, ricavato nella casa dello scrittore ai piedi della chiesa romanica di San Giovanni Battista.
Il percorso, dalla durata di cinque ore nella parte sud-ovest dei rocciai di Orotelli, è stato studiato e verrà guidato dai soci CAI Tore Podda, Luca Dettori e Matteo Marteddu, con la partecipazione del presidente della sezione Tonino Ladu, dei rappresentanti della Fondazione e dell’Amministrazione comunale. Alla giornata sono attesi numerosi partecipanti provenienti da tutta la Sardegna.
L’appuntamento è fissato in piazza San Giovanni per il trasferimento verso la Chiesa campestre di Sinne, datata ai primi secoli del cristianesimo sardo. Da qui partirà il cammino lungo i sentieri tra Oddini, le ciminiere mute della piana e la croce di Crastidorzi che domina l’abitato. Un ambiente segnato dalla presenza di graniti modellati dal vento e dalla pioggia, scolpiti in forme antropomorfe e zoomorfe, immersi nella tipica flora mediterranea dai profumi intensi di mirto e olivastro.
Il tracciato attraversa anche le aree di Su Ferularzu, Su Pettarzu e Juanne Varche, ferite dal grande incendio di due anni fa: rocce annerite, suoli spogliati, aziende distrutte, greggi abbattute dalle fiamme e sepolte nel silenzio della campagna. Qua e là resistono ancora alcune sughere secolari, che conducono fino a Erilotta, la roccia simbolo, un enorme fungo di granito che veglia sul paesaggio.
Il rientro è previsto lungo i tornanti dell’antica carrareccia fino alla Chiesa di Sinne, dove si terranno gli interventi dedicati alla rievocazione degli scritti di Cambosu. «Sarà un’escursione raccontata, non solo a suon di scarponi», spiegano gli organizzatori del CAI. Un modo per parlare anche agli studenti presenti, per riannodare il filo tra l’autore orotellese e le civiltà che, come scriveva nelle sue opere, «si scuotono in maniera non lineare, ma si scuotono. Come le stagioni di Orolai nell’anno del Campo Selvatico».