'La Luce sul Brenta', una nuova via in Dolomiti per Silvestro Franchini

La guida alpina trentina ha aperto un nuovo itinerario alpinistico insieme ad Alesssandro Bonapace: 440 metri, con difficoltà fino al VII grado. "Che regalo ci ha fatto il Brenta a farci passare"

 

Silvestro Franchini e Alessandro Bonapace hanno aperto il 7 settembre una nuova via su Cima Brenta (3150 metri), in Dolomiti. L'itinerario si chiama La Luce sul Brenta, un gioco di parole che richiama il nome di una delle figlie di Franchini. 

La via alpinistica, esposta a sud, conta 10 lunghezze per 440 metri e risale un sistema di fessure con difficoltà fino al VII grado. Attacca in prossimità della ferrata Oliva Detassis, e con un primo tiro di V+ "sale su roccia compatta a sinistra di una fessura". La via prosegue su difficoltà meno impegnative, ma roccia ottima, fino alla cengia di metà via, possibile scappatoia. Nella parte alta l'itinerario supera i gialli della parete: l'ottava lunghezza rappresenta il tiro chiave, con "un passaggio obbligato per superare un bombé" e andare a prendere una fessura a sinistra del tetto. Gli ultimi 90 metri, sempre su roccia giudicata ottima, proseguono prima per fessura e si esauriscono con un bel tiro di V fino a quota 2910 metri. La discesa avviene per la ferrata delle Bocchette Alte. Come materiale suggerito, vengono indicati 2 friend #3, un #4 e 2 #0,3, più una serie dallo #0,4 al #2. È assolutamente richiesta una provata esperienza alpinistica per muoversi su terreno non addomesticato, anche se lungo una linea sostanzialmente logica.

La via, come ha spiegato lo stesso Franchini in un post è stata aperta in un raro giorno in cui Silvestro ha potuto scalare libero da impegni familiari, ma con un pensiero sempre rivolto alle sue bambine. "La settimana precedente, facendo la via delle Bocchette, mi ero divertito a individuare nuove linee come ai vecchi tempi, qualcosa che mi ha fatto ritornare giovane. Quindi ho passato le serate a sfogliare le guide e i libri dei rifugi per essere sicuro che la via fosse libera. Il dubbio di riuscire a passare e di non trovare segni di passaggio c’è stato fino alla fine, ma incredibilmente ne è uscita una linea bellissima, alpinistica, divertente e non troppo difficile. Sui gialli logicamente abbiamo trovato qualche pezzo da ripulire, lì nessuno è mai passato. Neanche l’acqua ha mai toccato quelle rocce, solo qualche uccello o qualche mosca si è posata lassù. Il mio è un compagno fidato e in grande forma, la sua compagna Chiara Tronconi a ottobre darà alla luce Linda [da qui il nome che i due hanno attribuito alla porzione di parete attraversata, ndr]. Che regalo che ci ha fatto il Brenta a lasciarci passare per primi da qui. Abbiamo usato solo un chiodo che abbiamo lasciato, abbiamo aggiunto uno spit con anello per i ripetitori e per rendere le soste comode".