La Marmolada protagonista al Trento Film Festival 2025: tra storia e futuro della parete sud

La parete Sud della Regina delle Dolomiti è stata al centro di una celebrazione corale fatta di storie, libri e testimonianze. Sul palco, grandi nomi dell’alpinismo hanno reso omaggio a un secolo di scalate e passioni verticali.
Maurizio Giordani sul palco del Trento Film Festival © Melania Lunazzi

La Marmolada, con la sua chilometrica parete Sud, è stata protagonista con storie, testimonianze ricordi e aneddoti in più giorni durante l’edizione del Trento Film Festival 2025.

I riflettori sono stati puntati sulla parete d’argento grazie alla regia di Luca Calvi, prolifico traduttore che, a stretto contatto con i protagonisti, ha coordinato in occasione della kermesse trentina progetti editoriali, approfondimenti e serate di intrattenimento densi di aneddoti e storie, come quella del 1 maggio al Teatro Sociale.

 

La Marmolada nei libri

Prima di questa hanno avuto luogo le presentazioni dei due libri recentemente tradotti e pubblicati a sua cura. Uno è La Marmolada il Pesce e altre storie di Igor Koller per le edizioni Antiga, dove lo scalatore slovacco, autore della prima salita della Via attraverso il Pesce aperta dal 2 al 4 agosto 1981 da ventottenne assieme al conterraneo diciassettenne Jindrich Šustr, racconta cinquant’anni di passione dello scalatore per la compatta muraglia calcarea sulla quale a partire dal 1973 ha aperto una quindicina di vie. Koller ha strappato anche qualche sorriso quando ha raccontato al pubblico presente in Piazza del Duomo, nel suo italiano scarno, icastico ed efficace, delle “babbucce della nonna” usate nelle prime scalate in Marmolada o della “grande acqua bum bum” (sic!) il temporale preso in parete del quale era stato avvisato dal gestore del Rifugio Falier. Il libro è nato, ha sottolineato Calvi, proprio durante una giornata di brutto tempo trascorsa assieme a tavola al Falier il primo agosto 2021, in occasione del quarantennale della via. 

Il secondo volume presentato al festival dedicato alla Marmolada è il lungamente atteso (e sudato) Parete Sud, pubblicato a novembre 2024 per leditore Corbaccio e in poco tempo ristampato, che è frutto dell’amicizia tra il tirolese Hansjörg Auer, autore dell’incredibile free solo sul Pesce realizzato il 29 aprile 2007, e lo stesso Calvi. Alla presentazione, sempre in Piazza Duomo, era presente la famiglia di Auer, i genitori, la compagna Tatjiana, il fratello minore Vitus e anche l’architetto di Termeno Marlene Roner e il presidente del Cai Alto Adige Carlo Alberto Zanella grazie ai quali la famiglia Auer ha potuto riprendere i diritti sulla traduzione del libro uscito in tedesco nel 2019. Cariche di sincerità le testimonianze dal vivo dei genitori di Auer, che hanno ricordato di quando il figlio era rientrato dalla free solo in Marmolada: il padre non era riuscito a complimentarsi con lui, mentre la madre Traudi ha ricordato di come avesse avuto sempre profonda fiducia nelle capacità del figlio di valutare il suo essere all’altezza di un progetto. Vitus Auer ha raccontato l’apertura della via Bruderliebe (letteralmente “amore fraterno”), la linea di 800 metri di 8b/8b+ di difficoltà individuata e aperta da Hansjörg assieme a lui nel 2011 nel cuore della parete sul Dorso dell’Elefante, tra le linee di 40 anni per il Falier e Verena Vinus, facendo trasparire il profondo legame di affetto, stima e condivisione con il fratello fuoriclasse scomparso.

 

Una serata dedicata alla Marmolada

Sia Koller e Vitus sono stati tra i protagonisti/testimoni della lunga serata (una maratona di tre ore di durata) dal titolo Marmolada parete Sud: la Regina, le grandi vie e i protagonisti, che si è svolta sul palco del Teatro Sociale, con la conduzione di Luca Calvi e di Tatiana Bertera, che si sono alternati nel coinvolgere ad uno ad uno i protagonisti della parabola alpinistica della parete. Un’antologia ricca di aneddoti e testimonianze che ha visto salire sul palco, dopo il ricordo della prima storica salita del 1901 di Beatrice Tomasson con le guide della Valle di Primiero Michele Bettega e Bortolo Zagonel, un selezionato numero di alpinisti che ne hanno scritto la storia.

Il roveretano Maurizio Giordani è stato più volte chiamato a ricordare sia episodi di storia alpinistica della parete, quelli accaduti tra gli anni Trenta e Settanta con i suoi protagonisti, sia le proprie realizzazioni, più di cinquanta sono infatti i nuovi itinerari che portano il suo nome nei decenni, oltre a vantare prime solitarie e invernali di assoluto rilievo. Alessandro Gogna ha testimoniato la nascita della direttissima alla Marmolada di Rocca (27 -28 agosto 1970), aperta assieme a tre compagni tutti in servizio alle Fiamme Oro di Moena, un itinerario affrontato tra fulmini, grandine con un bivacco in parete, oggi famoso come “via Gogna” ma il cui vero nome, per imposizione dall’alto del comandante, è di fatto via del 50° FISI.

Gustoso, scanzonato e divertente (molto apprezzato dal pubblico) il racconto di Maurizio “Manolo” Zanolla, che in cordata con Luisa Iovane, Heinz Mariacher, Bruno Pederiva, durante la prima ripetizione del “Pesce” nel 1984, fu mandato avanti a superare suo malgrado uno dei passaggi chiave trovandosi a venti metri dall’ultima sicurezza, dopo aver perso il martello mal agganciato all’imbrago, affidandosi ad un cliff per potersi calare al buio verso i compagni, che lo attendevano infreddoliti in sosta al lume di candela. È stata ricordata la tragedia del crollo del seracco sulla parete Nord ed è stato innestato a sorpresa un annuncio ufficiale della prossima edizione dei Piolets d’Or, che per la seconda volta si terrà a San Martino di Castrozza, invitando sul palco gli organizzatori, l’APT di Primiero, il patron dei Piolets Christian Trommsdorff, e, nella storica divisa, le Aquile di San Martino e Primiero. Significativo e importante anche l’intervento di Dante Dal Bon, gestore del Rifugio Falier, la cui famiglia si prende cura da cinquant’anni degli alpinisti (senza dimenticare gli escursionisti) che scalano la parete Sud, ospitandoli e seguendoli con il binocolo nelle loro realizzazioni. L’ultima parte della serata ha visto fare largo ai più giovani, con i ricordi di un altro trentino, Rolando Larcher, che tra 2000 e 2022 ha aperto diversi nuovi itinerari di elevata difficoltà sulla parete Sud, della piemontese Federica Mingolla, autrice della prima libera femminile al “Pesce” effettuata nel 2016 (a 21 anni) da capocordata e del varesino Matteo Della Bordella, che nel settembre 2023 assieme a Iris Bielli del CAI Eagle Team, Massimo Faletti e poi con Maurizio Giordani, hanno completato sullo Specchio di Sara un nuovo itinerario di 900 metri: Madre Roccia.

Tanti racconti che hanno reso viva una parete scintillante di storie: sportive, umane e personali.