La scuola di Alpago: architettura per i cittadini del domani

La nuova scuola di Alpago, simbolo di coesione territoriale e qualità architettonica, nasce come spazio educativo e presidio civico nel cuore delle montagne bellunesi. Un progetto partecipato che unisce comunità e territorio, offrendo un esempio concreto di architettura sostenibile e di valore pubblico.

Questo articolo, a cura del progetto ArchitetturAlpinA, ci guida alla scoperta delle architetture contemporanee che animano e trasformano il paesaggio alpino.

Tra le valli silenziose ei profili netti delle montagne bellunesi, sorge un edificio che non è solo un'opera pubblica, ma una dichiarazione di fiducia nel futuro. È la nuova scuola del Comune di Alpago, il progetto selezionato per rappresentare la provincia di Belluno all'interno del docufilm ArchitetturAlpinA . Un progetto che riassume in sé molti dei temi centrali di questa iniziativa: territorio, comunità, qualità architettonica e visione condivisa.

Il contesto è quello dell'Alpago, una realtà montana complessa e preziosa, che ha vissuto negli ultimi anni una profonda trasformazione amministrativa con la fusione di tre Comuni. Da questo cambiamento è nata anche l'esigenza – e l'opportunità – di realizzare un nuovo polo scolastico, simbolo e strumento di una rinnovata coesione territoriale.

Come afferma l'Ordine degli Architetti della provincia di Belluno, “Nella scuola convergono tanti significati che dimostrano come la ricerca dell'architettura di qualità sia il mezzo più adatto per costruire spazi di qualità per gli abitanti della montagna del futuro”.

L'edificio è il risultato di un processo partecipazione e virtuoso, che ha coinvolto in maniera sinergica l'Amministrazione comunale, l'ufficio tecnico, l'Ordine territoriale e un team di progettisti. Tutti uniti da un obiettivo chiaro: realizzare un luogo educativo che fosse anche spazio pubblico, architettura significativa, presidio civico. La nuova scuola è un esempio concreto di buona amministrazione, di uso mirato delle risorse pubbliche e di capacità progettuale. Un'opera che nasce dal basso, ma con una visione alta.

“Una scuola non è solo un edificio pubblico – sottolinea l'Ordine – ma lo spazio dove la cultura viene trasferita alle nuove generazioni, è il luogo dove si formano i cittadini del domani”.

In un'epoca in cui il presidio dei servizi nelle aree montane è spesso in crisi, questa realizzazione assume un valore strategico e simbolico: tenere aperta una scuola significa tenere viva una comunità. Il progetto della scuola di Alpago si distingue per la sua capacità di radicarsi nel paesaggio e al tempo stesso di offrire una lettura contemporanea delle esigenze educative. Gli spazi sono organizzati in modo funzionale ma anche accogliente, con ambienti flessibili e luminosi, capaci di stimolare l'apprendimento e la socialità.

I progettisti medesimi scrivono che “il progetto ha l'obiettivo di raccontare la vocazione pubblica dell'architettura scolastica sviluppando il tema figurativo della - piazza coperta - , in questo caso interpretato come la libera disposizione nello spazio di quattro nuclei di calcestruzzo che reggono un volume sospeso e generano uno spazio coperto in diretta continuità tra interno ed esterno”.

L'uso di materiali locali e sostenibili, l'attenzione alla relazione tra interno ed esterno, la cura dei dettagli costruttivi: tutto concorre a costruire un'architettura gentile ma autorevole, che dialoga con il territorio senza imporsi. Non è solo una scuola "bella" nel senso estetico del termine. È un'architettura educativa, che insegna qualcosa già nella sua presenza. Insegna che anche in montagna si può fare architettura di qualità, e che ogni investimento in cultura e formazione è un investimento in resilienza sociale.

Nel racconto corale di ArchitetturAlpinA, la scuola di Alpago rappresenta la dimensione pubblica del progetto: costruire non solo edifici, ma cittadinanza. Unire non solo mattoni, ma comunità. Fare architettura non solo per risolvere funzioni, ma per dare forma alla speranza.

Tra le montagne del Bellunese, questo edificio racconta cosa può essere una scuola oggi: un punto di riferimento, un luogo d'incontro, una promessa mantenuta. E dimostra che la qualità del progetto è un bene comune, da coltivare con cura, visione e responsabilità.