Il Gran Sasso © Wikimedia Commons"Resto allibito dall’incomprensibile presa di posizione del Club Alpino Accademico Italiano, poiché ritengo che sia libertà degli apritori delle vie attribuire i nomi che ritengono opportuni, senza alcun tipo di censura."
Con queste parole il presidente generale del CAI Antonio Montani commenta la decisione assunta dal Club Alpino Accademico Italiano di richiedere il cambio di nome della via aperta sul Paretone del Corno Grande (Gran Sasso) da Simone Calabrese, Lorenzo Trento e Eloisa Izzo, intitolata "Dal fiume al mare: dedicata a tutti i palestinesi che lottano contro i sionisti".
Il Club Alpino Italiano, nel rispetto della propria missione di promozione della cultura della montagna, dell’alpinismo e della solidarietà, sottolinea come la montagna, al pari di ogni ambito della vita sociale, non sia estranea alle tensioni e alle sofferenze del nostro tempo.
Proprio per questo, il CAI ribadisce con forza che la libertà di attribuire un nome a una via rappresenta una componente essenziale della cultura e della tradizione alpinistica. Viene considerata inaccettabile ogni forma di censura sulle scelte degli apritori delle vie, prendendo quindi le distanze dalla decisione del Club Alpino Accademico Italiano.
La libertà di attribuire un nome, ricorda ancora il CAI, non è soltanto una consuetudine ma un atto simbolico che riflette sensibilità, valori ed esperienza di chi quella via l’ha tracciata.