Con i piedi a mollo nel lago di Pilato © Instagram Camoscio dei SibilliniNegi giorni scorsi alcuni escursionisti sono stati sorpresi a immergere i piedi nelle acque del Lago di Pilato, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Le immagini, pubblicate online dalla pagina social “Camoscio Sibillini”, hanno suscitato indignazione tra gli appassionati di montagna e spinto le autorità del parco a un immediato richiamo al rispetto delle regole. Quello che potrebbe sembrare un gesto innocente, in realtà rappresenta una violazione grave delle norme ambientali, pensate per tutelare uno degli ecosistemi più delicati dell’Appennino centrale.
Perché è vietato?
Il Lago di Pilato, noto per la sua suggestiva forma "a occhiali" nei periodi di massima piena, è infatti un ambiente di altissima fragilità ecologica. Qui vive un piccolo crostaceo unico al mondo, il Chirocefalo del Marchesoni, una specie endemica che depone le proprie uova proprio lungo le rive del lago. Anche un contatto superficiale con l’acqua può compromettere la sopravvivenza delle sue larve, modificando il delicato equilibrio chimico dell’habitat. Proprio per questa ragione è vietato bagnarsi o anche solo avvicinarsi a meno di cinque metri dalla riva.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha istituito norme molto chiare a tutela di questo ambiente. Oltre al divieto di balneazione, è vietato campeggiare, accendere fuochi, bivaccare vicino al lago, o percorrere sentieri non ufficiali. Non sono ammessi nemmeno cavalli o biciclette fuori dai tracciati autorizzati. Tutte queste regole servono a minimizzare l’impatto umano e a prevenire fenomeni di degrado, erosione del suolo o disturbo alla fauna locale.