La spedizione in Pakistan © Foto Thomas HuberThomas Huber, Jon Griffin e Tad McCrea sono tornati in Pakistan per tentare l’imponente pilastro sud-est del Latok III (6949 m), ancora inviolato. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Shipton Treks & Tours, che segue logisticamente il gruppo. I tre alpinisti hanno già iniziato il trekking di avvicinamento verso il ghiacciaio del Choktoi lo scorso 17 luglio, attraversando una delle aree più affascinanti, e più tecnicamente complesse, dell’intero Karakorum. L'obiettivo è quello di una salita in stile alpino, fedeli a una tradizione alpinistica che guarda alla leggerezza e all'autonomia.
La cordata dei tre alpinisti è sicuramente fortissima, il più esperto, almeno per quest'area, è sicuramente Thomas Huber che sul ghiacciaio del Choktoi ha già realizzato alcune delle sue salite più importanti: il Latok II (7108 m) nel 1997, con Conrad Anker e Toni Gutsch; e il Latok IV (6459 m) nel 1999, con il fratello Alex Huber. Nel 2001 ha anche scalato il vicino Ogre III. Senza dimenticare che negli ultimi anni, Huber è tornato più volte sul versante nord del massiccio, cercando di completare l’ascensione lungo la combinazione parete nord + cresta nord del Latok I, uno degli ultimi grandi progetti inesplorati del Karakorum. Lo scorso anno aveva tentato quella linea insieme agli stessi compagni con cui oggi affronta il Latok III: l’americano Tad McCrea e il canadese Jon Griffin.
Il tentativo sul Latok III rientra tra i progetti supportati nel 2025 dall’American Alpine Club, che ha selezionato la cordata tra quelle destinatarie di una cutting-edge grant: un fondo destinato a spedizioni di ricerca, esplorazione e innovazione in ambiente estremo.
Il Latok III, pur essendo meno celebre del vicino Latok I, resta una montagna impegnativa e poco salita. Con i suoi quasi 7000 metri e un’estetica tipica delle torri granitiche del Karakorum, presenta difficoltà tecniche elevate e vie poco ripetute. Il pilastro sud-est, in particolare, non è mai stato salito fino in vetta. Il tentativo di Huber e soci rappresenta dunque una nuova esplorazione verticale in puro stile alpino, nel solco delle grandi salite leggere e visionarie che hanno reso celebre questa regione.