Le "pulci dei ghiacciai": ancora poco conosciute e già minacciate

Indicatori del cambiamento climatico le "pulci dei ghiacciai" sono minuscoli artropodi che vivono sui ghiacciai, adattandosi a condizioni estreme. Il progetto CollembolICE unisce scienza e Citizien Science per studiare e proteggere questa biodiversità nascosta nel cuore più freddo nel nostro Pianeta.
Fase di campionamento su ghiacciaio © Aree protette Alpi Marittime

Piccole creature, invisibile a occhio nudo, che vivono direttamente sul ghiaccio, sfidando condizioni estreme: sono le “pulci dei ghiacciai”, artropodi unici e affascinanti protagonisti di un nuovo progetto scientifico italiano dedicato alla biodiversità nascosta dei ghiacciai. Se ne parlerà venerdì 4 luglio, alle 21, nella sala Alberto Bianco della sede delle Aree Protette Alpi Marittime di Valdieri, durante una conferenza condotta dalla dott.ssa Barbara Valle, ricercatrice dell’Università di Siena e coordinatrice del progetto CollembolICE.

Le “pulci dei ghiacciai” sono minuscoli artropodi (collemboli) che popolano le superfici ghiacciate e nevose, riuscendo a vivere a temperature ben al di sotto dello zero, in un ambiente in cui pochi altri organismi possono sopravvivere in modo permanente. Questi collemboli sono indicatori biologici preziosi, la cui presenza e salute riflettono lo stato dell’ecosistema glaciale e il cambiamento climatico che ne minaccia l’equilibrio.

Studi recenti, pubblicati su riviste scientifiche come Frontiers in Ecology and Evolution e supportati da istituzioni come il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e il Servizio Glaciologico Lombardo, confermano che la biodiversità dei ghiacciai è più ricca di quanto si pensasse fino a pochi anni fa, ma al contempo estremamente vulnerabile. La rapida fusione dei ghiacciai dovuta al riscaldamento globale mette a rischio questi habitat unici e le specie che vi abitano.

 

Il progetto CollembolICE

CollembolICE è un progetto nato per esplorare e documentare questa biodiversità nascosta, con un approccio innovativo che coinvolge non solo ricercatori, ma anche escursionisti, alpinisti e guide alpine, in un esempio virtuoso di Citizen Science. Grazie a campagne di campionamento e monitoraggio effettuate direttamente sul campo, sui ghiacciai italiani più importanti, si raccolgono dati fondamentali per comprendere meglio la distribuzione e lo stato di salute di questi organismi.

Il progetto, promosso dal National Biodiversity Future Center (NBFC) e dall’Università di Siena, vede la collaborazione di numerosi partner nazionali e internazionali, tra cui l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Innsbruck, l’Austrian Polar Research Institute, l’Università di Poznań, le Aree Protette delle Alpi Marittime e il Parco Regionale dell'Adamello. Il patrocinio del Collegio Nazionale delle Guide Alpine e di Citizen Science Italia sottolinea l’importanza di un coinvolgimento ampio e multidisciplinare.

 

Le pulci dei ghiacciai

Le "pulci dei ghiacciai" sono minuscoli artropodi, noti come collemboli, che popolano esclusivamente le superfici dei ghiacciai perenni, adattandosi a condizioni ambientali estremamente fredde e inospitali. Contrariamente al loro nome comune, non sono vere pulci, ma appartengono alla classe degli esapodi, con una morfologia che consente loro di saltare grazie alla presenza di un organo chiamato furca. 

Questi organismi svolgono un ruolo ecologico fondamentale: si nutrono di polline, alghe e batteri, contribuendo al ciclo dei nutrienti in ambienti glaciali. La loro intensa pigmentazione scura li aiuta a proteggersi dai dannosi raggi ultravioletti, mentre la capacità di sopravvivere a temperature molto basse li rende indicatori sensibili dei cambiamenti climatici in atto.

Recenti studi hanno ampliato significativamente la nostra conoscenza su queste specie: sono state identificate 11 specie, di cui 8 nuove per la scienza, tra cui Vertagopus fradustaensis e Vertagopus psychrophilus in Trentino, e Desoria calderonis sul ghiacciaio del Calderone in Abruzzo.