“Le vecchie osterie sono vere biblioteche popolari”. La riflessione di Mauro Corona

Ospite alla Sagra del Fagiolo Borlotto Nano Levada, l’autore ha parlato di arte, memoria e cultura popolare, collegando la scrittura e le osterie come luoghi di autenticità e trasmissione del sapere.
Mauro Corona © Facebook Mauro Corona

Ospite alla recente Sagra del Fagiolo Borlotto Nano Levada, Mauro Corona si è lasciato andare a una riflessione intensa e poetica, che va ben oltre l’alpinismo e la televisione. Tra momenti divertenti e chiacchiere con il pubblico, l’autore ha parlato di arte, memoria e cultura popolare, con uno sguardo critico ma al tempo stesso affettuoso verso la tradizione.

Corona ha dedicato parole appassionate alle vecchie osterie, luoghi che definisce “vere biblioteche popolari”. Non si tratta solo di locali dove mangiare e bere, spiega, ma di spazi di incontro, di trasmissione orale del sapere, di storie e consigli raccolti tra chiacchiere da bar e racconti di vita quotidiana.

“La gente mi vuole bene, perché si sente rappresentata: non nella cultura – che non ne ho – ma nella chiacchiera da bar da osteria; vorrei iniziare una battaglia in difesa delle osterie. Le vecchie osterie dove ti sedevi senza frenesia e dove c’erano tante cose da imparare. Io resto legato a questi luoghi, le vere biblioteche del sapere popolare.

Biblioteche spesso nascoste tra le valli alpine, che rappresentano spazi di incontro e di trasmissione orale delle tradizioni locali. Non solo Mauro Corona, ma anche antropologi come Cesare Poppi hanno documentato come queste strutture siano state centri di socializzazione, dove si condividevano storie, leggende e conoscenze pratiche legate alla vita quotidiana in montagna. La cucina tradizionale, spesso preparata con ingredienti locali e ricette tramandate da generazioni, è parte integrante di questa cultura, offrendo non solo nutrimento ma anche un senso di appartenenza e identità. Oggi, la riflessione fatta da Corona ci riporta a un contesto di turismo di massa e omologazione dove, la difesa e la valorizzazione delle osterie storiche, diventa uno degli strumenti per preservare l'autenticità e la ricchezza culturale delle montagne italiane. Ma non solo.

A un certo punto Corona paragona le osterie alla scrittura. Due luoghi in cui conservare e dare voce alle esperienze, trasformando il vissuto personale in memoria condivisa. Da questa sua riflessione emerge: l’autenticità. Che si tratti di sedersi in una vecchia osteria o di affrontare il proprio dolore attraverso l’arte, Corona invita a cercare spazi e momenti genuini, lontani dal conformismo e dal consumo superficiale.

“Nessuno ha mai scritto, scolpito, dipinto, fatto musica… se non per uscire da un inferno personale” ha affermato parlando della creatività come atto terapeutico. Un modo per trasformare esperienze difficili in strumenti di comprensione e condivisione. Per lui scrivere, scolpire o dipingere non è solo arte, ma un modo di affrontare la vita, un messaggio che risuona con chi vive momenti di sofferenza o cerca una forma di espressione autentica.

Lontano dai riflettori e dai programmi televisivi, Mauro Corona mostra il suo vero volto: un uomo di idee, di memoria e di passione, capace di parlare di montagna, arte e tradizioni senza sovrastrutture e senza la necessità di mettere davanti alle idee il suo personaggio, come troppo spesso accade. Quando lo fa si scopre l'osservatore attento e la voce interessante da ascoltare.