A coronamento di un anno di incontri e di approfondimenti dedicati al rapporto tra l’uomo e la montagna, all’interno del progetto culturale Terre Alte, sabato 13 dicembre Crevoladossola ha ospitato la cerimonia di conferimento della prima edizione del Premio “Legami Alpini”, ideato dall’Associazione culturale Il Rosa. Un appuntamento che ha assunto fin da subito il valore di una riflessione collettiva sul presente e sul futuro delle Alpi.
Sono anni complessi per i territori alpini, attraversati da cambiamenti climatici sempre più evidenti e da trasformazioni sociali che mettono in discussione equilibri consolidati. In questo scenario, il premio nasce come richiamo alla responsabilità condivisa e alla necessità di nuove idealità. Il futuro, come è stato più volte sottolineato nel corso dell’incontro, passa dai giovani montanari, capaci di guardare a queste terre con uno sguardo diverso, consapevole e aperto. Un’idea che affonda le radici nella lezione di Mario Rigoni Stern, per il quale le Alpi sono un mondo da (ri)conquistare per vivere meglio, insieme.
Non a caso il premio porta il nome di “Legami Alpini”: un monito all’unità, alla collaborazione tra popoli e comunità, oltre i confini geografici e culturali. Un messaggio che attraversa generazioni, generi e nazionalità, restituendo alla montagna il suo ruolo di spazio di incontro e di relazione.
Il riconoscimento, assegnato dal comitato di redazione del periodico di cultura alpina Il Rosa, è articolato in tre sezioni – locale, nazionale e internazionale – e ha premiato realtà diverse, unite da una comune visione. Il premio è stato conferito ad Alessandro Grossi, editore da anni impegnato nella promozione dei valori della montagna, e al progetto CNR – CAI “Rifugi montani, sentinelle del clima e dell’ambiente”, ritirato da Giovanni Margheritini, socio CAI e referente del progetto Rifugi Sentinella, insieme a Guido Nigrelli, referente CNR. Un riconoscimento che sottolinea il ruolo dei rifugi come presìdi scientifici, culturali e ambientali, capaci di raccontare i cambiamenti in atto in quota.
Il premio internazionale è stato attribuito al Comitato Mattmark 2025 per l’opera di conservazione della memoria della tragedia del 1965 e per il contributo al rafforzamento dei legami alpini tra Italia e Svizzera. A ritirarlo Domenico Mesiano, presidente del Comitato, insieme a Kurt Regotz, vicepresidente, Andrea Jelo e Dino Rao.
Durante la cerimonia, coordinata dalla giornalista Arianna Parsi, è stata inoltre conferita una menzione speciale agli Sci Club Valle Anzasca, Antigorio, Formazza e Vigezzo, per l’impegno costante nella promozione dell’agonismo giovanile, con uno sguardo già rivolto al prossimo anno olimpico.
Nella sala Cinema Cistella dell’Ossola Outdoor Center, gremita di pubblico, è stato proiettato un documentario di forte impatto emotivo che ricostruisce la vicenda di Mattmark, dal 1965 a oggi la più grave tragedia sul lavoro avvenuta in Svizzera. A chiudere l’incontro, in una prospettiva ancora una volta internazionale, il dialogo tra Andrea Delvescovo, direttore responsabile de Il Rosa, e Louise e Luca Giglio del Climbing Malta, l’associazione che promuove l’arrampicata sportiva sull’isola maltese e che in quei giorni ha visitato alcune delle principali falesie della Val d’Ossola.