Fosco MarainiIl 15 novembre 1912 nasceva a Firenze l’alpinista, etnologo, fotografo e scrittore Fosco Mariani, uno dei più sensibili narratori del mondo delle montagne e del mondo in genere. Molto attratto dalle culture orientali, allievo del grande Giuseppe Tucci, Maraini è stato un insaziabile viaggiatore; per anni si è dedicato alle ricerche e ai colti reportage sulle genti e le culture asiatiche, accompagnandole con fotografie e documentari di alta qualità, in particolare sulle popolazioni del Tibet (prima spedizione nel 1937) e sugli Ainu del Giappone. Lettore e ricercatore nelle università di Sapporo e Kyoto al tempo della seconda guerra mondiale, ha subito l’internamento nel campo di Nagoya con i famigliari e altri connazionali accusati di non aver aderito alla Repubblica di Salò. Durante la prigionia ha compiuto un gesto di alto valore simbolico per la cultura giapponese: davanti ai comandanti del campo di prigionia si è tagliato l’ultima falange del mignolo con una scure. Questo non gli ha restituito la libertà ma la vaga stima dei militari e dei carcerieri, migliorando le condizioni di prigionia della famiglia e degli altri reclusi, per sopravvivere alla fame e alle malattie fino alla liberazione. L’attività alpinistica di Maraini si è concentrata principalmente sulle Dolomiti, dove ha firmato delle prime ascensioni con Emilio Comici e Tita Piaz, grandi protagonisti dei Monti Pallidi. Più rilevante la partecipazione di Fosco a due importanti spedizioni extraeuropee: nel 1958 al Gasherbrum IV, in Karakorum, con Cassin, Bonatti e Mauri; nel 1959 al Saraghrar Peak nell’Hindu Kush pakistano, con Franco Alletto e Paolo Consiglio. I suoi libri Gasherbrum IV. La splendida cima, Gli ultimi pagani, Segreto Tibet, Ore giapponesi e Paropámiso restano degli insuperati esempi di alta divulgazione, impreziositi dalla lingua quasi perfetta. Da pochi giorni, per le edizioni Le Château, è in libreria il libro di Maria Pia Simonetti Viaggio di nozze ad Aosta, che racconta la felice relazione tra Topazia Alliata, Fosco Maraini e la montagna. La postfazione è di Dacia Maraini, scrittrice e figlia degli stessi Fosco e Topazia.