Ape - Foto di Ted Erski da Pixabay
Foto di Ted Erski da Pixabay
Api - Foto di Annette Meyer da Pixabay
Foto di Bruno da Pixabay
Foto di Ralph da PixabayIl mondo degli insetti impollinatori si trova ad affrontare, su scala globale, una fase di drammatico declino. Secondo le stime più recenti, circa il 40% delle specie di impollinatori invertebrati – tra cui api, farfalle e sirfidi – è da considerarsi a rischio. La situazione in Europa è allarmante, con circa un quarto delle 442 specie presenti, riconosciute come minacciate o prossimo all’estinzione.
Per comprendere quanto sia essenziale intervenire, basti pensare che, secondo l’ultimo aggiornamento della Lista Rossa IUCN, nell’arco di soli 10 anni in Europa si è registrato un calo delle api selvatiche pari al 56%. La minaccia non si limita alle api: negli ultimi 15 anni, anche le farfalle europee hanno mostrato un peggioramento, passando da un 9% a un 15% di specie a rischio.
La situazione appare particolarmente grave per l’Italia, Paese che ospita una delle più ricche comunità di impollinatori d’Europa: circa il 40% delle 148 specie endemiche di farfalle italiane è infatti ritenuto a rischio di estinzione.
Gli insetti impollinatori svolgono ruoli cruciali nei processi riproduttivi delle piante e nella conservazione della biodiversità, e da essi dipende il 75% della produzione alimentare, legata alle colture agricole. I principali responsabili del loro declino sono la perdita e frammentazione degli habitat, l'uso intensivo di pesticidi, l'introduzione di specie aliene competitive e, non da ultimo, la crisi climatica.
Per invertire questa tendenza, che comporta conseguenze non solo in termini di biodiversità ma anche di salute umana, è stato di recente avviato il progetto LIFE PolliNetwork, una perfetta sintesi delle due parole chiave alla base dell'iniziativa: creare una rete a favore della conservazione di apoidei, farfalle e sirfidi.
PolliNetwork, una rete per salvare gli impollinatori
LIFE PolliNetwork è un progetto ambizioso cofinanziato dall’Unione Europea e sostenuto dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e Fondazione CARIPLO. Il progetto è coordinato da WWF Italia e vede la collaborazione di 11 partner, afferenti a molteplici ambiti: ricerca scientifica e monitoraggio (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna; Università degli Studi di Torino; Università di Pisa; ISPRA), mondo agricolo (Copagri – Confederazione Produttori Agricoli), gestione delle infrastrutture (Anas, Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., Terna) e tecnologia (TeamDev Ecosystem).
Come evidenziato dal WWF Italia, il progetto contribuirà direttamente alla Strategia Nazionale per la Biodiversità e al Piano Nazionale di Ripristino degli Habitat previsto dal Regolamento UE sul Ripristino della Natura, costituendo una delle prime applicazioni della metodologia standard europea di monitoraggio degli impollinatori (EU-PoMS).
L’idea di base è semplice e intuitiva: la creazione di una rete, costituita da aree e corridoi ecologici, con “trasformazione” delle infrastrutture che attraversano l’Italia, quali ferrovie, strade, stazioni elettriche, in “Buzz Lines”, ovvero vie lungo le quali gli impollinatori potranno spostarsi, nutrirsi, riprodursi in sicurezza.
Oltre ai margini di strade e binari, il progetto interesserà anche stazioni elettriche, Oasi protette del WWF e aziende agricole. Nei 60 mesi di durata progettuale (dal 01/09/2025 al 31/08/2030) si auspica il ripristino di 88 ettari di habitat, distribuiti tra 11 regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Trentino, Toscana Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata Sardegna, Sicilia). puntando sull’utilizzo di sementi autoctone, selezionate allo scopo di attrarre gli impollinatori.
Gi interventi, che oltre al miglioramento degli habitat, prevedono la sperimentazione e adozione di nuovi metodi gestionali delle aree interessate, saranno accompagnati da un monitoraggio scientifico, coordinato dalle Università e centri di ricerca, al fine di verificare l’effettivo incremento delle specie. L'obiettivo auspicato è un aumento tra il 10% e il 30% del numero di impollinatori monitorati.
Il progetto prevede inoltre un forte impegno sul fronte della formazione e divulgazione. Verranno realizzati workshop per formare i tecnici, gestori di aree protette e agricoltori, attività educative destinate a docenti e studenti ed eventi di citizen science, per coinvolgere attivamente la popolazione nel monitoraggio degli impollinatori. Nell’arco dei 5 anni di progetto, si prevede l'organizzazione di 4 grandi eventi nazionali e una serie di bioblitz – maratone di osservazione naturalistica – allo scopo di coinvolgere e sensibilizzare almeno 100.000 cittadini.