Alex Pancoe © Instagram Alex PancoeL’alpinista americano Alex Pancoe, 39 anni, è morto lo scorso 4 maggio al campo 2 del Makalu, in Nepal, a causa di un arresto cardiaco. Era in fase di acclimatazione in vista del tentativo di vetta quando ha iniziato a sentirsi male dopo aver raggiunto il campo 3. Durante la discesa ha deciso di fermarsi al secondo campo dove nella notte le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Nonostante i tentativi di rianimazione da parte dei compagni non c’è stato nulla da fare. A diffondere la notizia l’agenzia di trekking a cui si era appoggiato l’alpinista.
Dal dolore alla speranza
Alex Pancoe non era solo un esperto scalatore, ma anche una figura carismatica del mondo outdoor e un esempio di resilienza. Sopravvissuto a un tumore cerebrale, aveva trasformato la propria esperienza personale in una missione: raccogliere fondi per la ricerca oncologica pediatrica. Attraverso la sua iniziativa "Peaks of Mind", aveva già raccolto quasi mezzo milione di dollari per il Lurie Children’s Hospital di Chicago, e il suo obiettivo per la scalata al Makalu era raccogliere un dollaro per ogni piede della montagna, per un totale di 27.838 dollari.
Alex Pancoe in cima all'Everest nel 2019 © Instagram Alex PancoeOriginario di Chicago, Pancoe aveva completato l’Explorers Grand Slam, che comprende le Seven Summits (le vette più alte di ciascun continente) e spedizioni al Polo Nord e Sud. Aveva raggiunto la cima dell’Everest nel 2019 e aveva scalato anche in Alaska.
Marito e padre di due figli. Amato e rispettato da chiunque lo abbia conosciuto, lascia un'eredità fatta di passione, impegno e solidarietà.