Marmolada: due giovani alla gestione di Capanna Punta Penia

Andrea Gallo e Tobia De Marco raccolgono il testimone di Carlo Budel sulla vetta della Marmolada: "Racconteremo la montagna e insegneremo il rispetto per l’ambiente".
Capanna Punta Penia © Facebook Carlo Budel

A 3343 metri di quota Capanna Punta Penia, il rifugio più alto delle Dolomiti, cambia gestione. Da giugno saranno due giovani, Andrea Gallo, 28 anni, di Valdagno (Vicenza), e Tobia De Marco, 34 anni, di Pieve di Cadore (Belluno), a occuparsi dell’accoglienza sulla Regina delle Dolomiti, subentrando allo storico gestore Carlo Budel.

La notizia è arrivata in concomitanza con le prime operazioni di riapertura del rifugio. Nei giorni scorsi, Andrea è salito con Aurelio Soraruf, proprietario della struttura, per liberare il rifugio dagli oltre quattro metri di neve che lo seppellivano.

Andrea e Tobia portano con sé una formazione eclettica e una forte passione per la montagna. Andrea ha una laurea in Scienze Politiche e un lungo curriculum nei rifugi alpini, mentre Tobia, laureato in Arte e Design, è fotografo e allestitore, con all’attivo anche un viaggio recente in Himalaya. I due si sono conosciuti a Pieve di Cadore e, uniti dall’amicizia e dall’amore per l’alta quota, hanno colto l’occasione di prendere in gestione Punta Penia dopo la decisione di Budel di lasciare.

La sfida principale? “La logistica” spiega Gallo in un'intervista. “Portare rifornimenti lassù non è facile, ma contiamo sull’aiuto e sull’esperienza di Aurelio. Gestiremo tutto con semplicità, alternandoci tra cucina e accoglienza. Vogliamo offrire un’ospitalità curata, senza perdere il sapore autentico del rifugio d’alta quota.

La stagione si aprirà a metà giugno e proseguirà fino a metà settembre. Durante questi mesi, i due gestori affronteranno non solo l’isolamento e le sfide meteorologiche della quota, ma anche il delicato ruolo di custodi di un luogo simbolo, che dopo il tragico crollo del ghiacciaio del 3 luglio 2022 - costato la vita a undici persone - è diventato un osservatorio ambientale sotto i riflettori.

“Ci sentiamo ospiti della Marmolada” sottolinea Andrea, “Vogliamo trasmettere un messaggio di rispetto per la montagna. Il cambiamento climatico, la gestione dei rifiuti, le scelte quotidiane: tutto parte dal comportamento di ciascuno. Cercheremo di produrre meno scarti possibile, anche nei piccoli gesti”. A questo proposito, i due nuovi gestori utilizzeranno anche i social come strumento di comunicazione responsabile: “Racconteremo la vita in rifugio, il meteo, le condizioni dei sentieri. E sì, anche qualche piatto buono, se ne prepareremo” .

Per entrambi, questa nuova avventura rappresenta una scelta di vita, più che una semplice occupazione stagionale. “Dopo la laurea ho lavorato in un Caf, ma il richiamo della montagna è stato più forte. Qui si lavora tanto, ma si vive intensamente. E si impara a dare valore al tempo libero. Non vediamo l’ora di cominciare”.