Martin Feistl muore sullo Scharnitzspitze: fatale una caduta

Il forte alpinista bavarese stava scalando in free solo la via Spitzenstätter. Il ricordo dell'amico e compagno di cordata Simon Gietl: «Mi hai colpito con le tue abilità di arrampicata, lo stile puro e un umorismo unico»

Martin Feistl – 28 anni- è rimasto vittima di un incidente mortale sulle montagne del Wetterstein, dove sabato scorso è precipitato durante una solitaria. Stava scalando in free solo la via Spitzenstätter (VII, 270 metri), sulla parete sud dello Scharnitzspitze (2.468 m). A dare la notizia è stata la polizia locale. Secondo le informazioni fornite dalle autorità tirolesi, Martin sarebbe caduto poco prima delle 12.30, quando avrebbe perso un appiglio in un tratto leggermente strapiombante della via. La caduta è stata di circa 40 metri, fino a una cengia alla base della parete, e quindi il corpo sarebbe precipitato sul nevaio sottostante. I soccorsi sono stati immediati perché un membro del Soccorso alpino si trovava in parete. Calatosi immediatamente, non ha potuto che constatare il decesso dell'alpinista e la salma è stata recuperata dall'elicottero della polizia.

 

Feistl era conosciuto come uno scalatore di talento e dalla grande sensibilità ambientalista, che lo aveva portato a prediligere uno stile votato a un'arrampicata by fair means, fatta mediante l'uso di protezioni veloci e con avvicinamenti che erano studiati per ridurre al minimo l'impatto ambientale. Aspirante guida alpina, a 20 anni aveva scalato lo Shivling, nell’Himalaya indiano del Garhwal. Feistl era stato anche membro della squadra alpinistica del Club Alpino Austriaco dal 2016 al 2018. Nel 2020 aveva ottenuto una menzione al Piolet d’Or per la prima salita - insieme a David Bruder- della via Stalingrad tra il Grubenkarspitze (2663 m) e il Plattenspitze (2492 m): un itinerario di ghiaccio di 1000 metri (WI7, M8, A1), nel massiccio austriaco del Karwendel.

 

Durante lo scorso inverno, in cordata con Simon Gietl aveva aperto Affogato, Zirmol e la splendida Aura (1200 metri, M6, AI5) sul Sassolungo. Aura combina due vie di roccia già esistenti con una lunga colata di ghiaccio molto difficile. Martin e Simon avevano una visione dell’alpinismo molto simile ed è lo stesso scalatore della valle Aurina a ricordare l'amico con un post su Facebook. «Martin, abbiamo trascorso un periodo breve ma molto intenso insieme e già non vedevo l'ora di vivere tante altre avventure insieme. Più e più volte, mi hai colpito con le tue abilità di arrampicata, lo stile puro e un umorismo unico che mi hanno sempre fatto ridere! Il tuo obiettivo era vivere la tua vita con una piccola impronta ecologica, ci sei riuscito e mi hai affascinato, sei stato più di un esempio. Martin, la tua impronta nel mio cuore, invece, è enorme (...). Rimane un grande onore per me avere goduto del nostro tempo insieme».