W. Hamilton via @IG M. Söderlund
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W. Hamilton via @IG M. SöderlundQuesta estate, Matilda Söderlund e Anna Hazlett hanno effettuato la prima ripetizione di Air Madagascar: Si tratta di una via di 450 metri, principalmente di placca, con difficoltà fino a 8b (anche se le due climber hanno optato per una variante sul tiro più difficile), sulla parete di granito di Karambony, nella valle del Tsaranoro. L'impegno globale richiesto è elevato, l'estetica della linea impressionante, anche per via dei colori assolutamente inusuali rispetto a quanto possiamo trovare sulle nostre Alpi, ma le scalatrici sono rimaste totalmente affascinate innanzitutto dal luogo: centinaia di metri di roccia splendida, circondata solo da natura, un luogo selvaggio a tal punto che i lemuri sono compagni di scorribande.
L'obiettivo iniziale era la via Mora mora (8b+/c), poi accantonato per via dello stato delle protezioni, soggette a corrosione. A quel punto le due scalatrici si sono rivolte ad Air Madagascar, un itinerario del 2010, aperto da Dirk Uhlig e Jörg Andreas. “È una linea incredibilmente tosta ed estetica – ha spiegato Söderlund-. L'arrampicata è davvero di qualità ma in alcuni punti i runout sono davvero lunghi, un po' come su tutte le vie nel Tsaranoro”.
Air Madagascar conta 11 tiri, con difficoltà sempre sostenute (5c, 8a, 8a+, 8a, 7c+, 8b, 7b, 7a, 8a+, 5c, 3). Le due scalatrici hanno anche aperto una variante alla via sulla sesta lunghezza, ritenendo che sul percorso si fossero rotte alcune sezioni. “Abbiamo scoperto che Adam Ondra aveva provato la via come warm up per Tough Enough (8b+) ma non era riuscito a superare un tratto di 8b...Ho passato diversi giorni a cercare di capire qualcosa ma la sezione non offriva possibilità in partenza: è chiaro che lì si sono rotte alcune prese. Per liberare questo tratto abbiamo attraversato a destra e siamo salite per lo spigolo, vicino a Rain Boto, con difficoltà circa di 7b. Purtroppo abbiamo rotto anche qualche appiglio e ora è un po' più difficile”. Anna ha commentato con entusiasmo il nono tiro, gradato 8a+. “È stato difficile. Le prese erano piccole. La placca era perfetta. Cosa può volere di più una ragazza? Sogno un altro tiro come questo”.
Per Matilda, la salita ha portato un significato ancora più profondo. Solo pochi mesi prima, si era completamente lussata la rotula, un incidente che le aveva lasciato qualche incertezza sul suo futuro di scalatrice, almeno nel breve periodo. “Ho però deciso di andare con una mente aperta e senza aspettative. Tornare sulla roccia non era solo un obiettivo, è diventato un modo per riconnettersi con il mio corpo e ricordarmi perché lo faccio. Nel corso del viaggio, mi sono sentita sempre più me stessa in parete. Anna ed io non avevamo mai scalato insieme prima di questa avventura, ma da questo momento siamo amiche per la vita”.