Michele Boscacci in gara © Facebook Michele BoscacciDice che la vittoria al Trofeo Mezzalama è arrivata in maniera un po' inaspettata, ma Michele Boscacci è uno da cui una prestazione del genere te la puoi sicuramente aspettare, anche perché questa classica dello scialpinismo l'ha conquistata per ben 4 volte, compresa l'edizione del 2025. D'altronde il Bosca (come lo chiamano gli amici), dopo un paio di giorni di riposo, è già di nuovo al lavoro. Le Olimpiadi distano meno di un anno e non c'è migliore iniezione di fiducia che un successo di prestigio per riprendere a lavorare con la massima determinazione.
Michele, la tua media vittorie al Mezzalama è praticamente di un successo ogni due partecipazioni, non male.
Il primo Mezzalama l'ho fatto nel 2009, comunque c'è Eydallin che l'ha vinto per 6 volte, è ancora avanti. Io ho vinto tutte le classiche a parte l'Adamello Ski Raid, bisognerà rimediare.
Come è andata la gara?
Sapevamo di potere fare bene, visto l'elenco partenti però sarebbe andato già bene un podio. Io quest'anno ho fatto gare corte, in preparazione alle Olimpiadi. Una volta in gara però ci siamo trovati bene sulla prima e seconda salita, abbiamo visto che nessuno è partito fortissimo. Pensavamo che il punto critico sarebbe stato la salita al Castore e invece no. In discesa abbiamo rischiato di meno e i francesi sono due discesisti veramente forti, ma non ci hanno recuperato abbastanza.
MIchele Boscacci in discesaCosa pensi dello scialpinismo alle Olimpiadi? Il format che hanno trovato per l'arrampicata non è stato il massimo, per lo meno non troppo rappresentativo dei valori in campo.
Le Olimpiadi sono l'obiettivo di ogni atleta, lo scialpinismo ha preso questo pass ed è un bene, Chiaramente però mi sarebbe piaciuto avere almeno un'oretta di gara, non una cosa da 7-8 minuti. Per farti un esempio molto pratico, noi abbiamo Remi Bonnet che è il Pogačar dello scialpinismo, ma con una formula così il suo valore non emerge e sappiamo già che non andrà alle Olimpiadi. Oppure prendiamo l'arrampicata appunto: Adam Ondra si è qualificato per il rotto della cuffia, eppure abbiamo ben presente di chi stiamo parlando.
Dove sta andando lo sci alpinismo nelle competizioni? Rispetto a dieci anni fa tutto sempre essere molto cambiato.
Una decina di anni fa l'individual era la specialità regina, ora ci siamo buttati tutti sulla staffetta mista, e il livello si è alzato moltissimo. Sarebbe bello se più comprensori aprissero almeno una pista per gli scialpinisti, aiuterebbero gli amatori ad allenarsi.
E per chi le gare le fa per partecipare? Cosa si può fare per evitare che ci sia disaffezione?
Senza dubbio una volta lo scialpinismo era diverso, meno professionistico. Gli scialpinisti oggi sono tanti, ma per gli amatori non è facile andare alle gare, che tra l'altro sono di meno, per lo meno con un certo sviluppo. Per chi si vuole allenare magari farebbe comodo risalire le piste, ma non si può. Ci sono i gatti delle nevi che lavorano, ma qualche soluzione ci sarebbe. Qua da noi, su al passo dell'Aprica, il venerdì aprono, faranno 200-300 passaggi a sera. Io credo che se un po' tutti i comprensori lasciassero almeno una pista da risalire tra quando chiudono gli impianti e quando iniziano a lavorarci, ce ne sarebbe di guadagno per tutti, anche perché poi gli amatori vanno su la sera, si fermano in rifugio a mangiare una pizza, evitano di andare in montagna quando ci sono già tutti gli altri e di congestionare gli accessi.
Lo scialpinismo ti impegna quasi al cento per cento, ma quando non hai gli sci cosa ti piace fare in montagna?
Io abito in Albosaggia, in Valtellina. La montagna ce l'ho in casa ma mi alleno quasi tutto l'anno, sono nel Centro Sportivo Esercito. Quando la stagione volge al termine comunque crocicchio, cammino in montagna, ma più che altro mi piace pedalare. È una attività che mi dà la possibilità di allenarmi comunque, anche facendo altro. La m4b mi piace molto, più della bici da strada: perché quando trovi lo strappetto in qualche modo replichi i cambi di pendenza dello scialpinismo, su un terreno dove queste variazioni son brusche. E poi le discese aiutano ad allenare l'equilibrio.
Come vedi il tuo futuro nello scialpinismo?
Sicuramente voglio arrivare a fare il 2026, chiudere bene la stagione olimpica, a prescindere dalle Olimpiadi stesse. E poi non lo so, si vedrà dopo.