
Protagonisti: Lucrezia, Irene, Viola, Sofia, Alì, Samuele e Gabriele, giovani pazienti che per qualche giorno hanno lasciato alle spalle visite, terapie e corsie d’ospedale per immergersi nella natura e vivere un’esperienza vera di libertà, autonomia e relazione.
Dal 12 al 15 giugno, questi ragazzi hanno partecipato a un’esperienza unica di montagnaterapia presso il Rifugio Soria Ellena del CAI di Cuneo, nel cuore delle Alpi Marittime. Accolti con calore e disponibilità da Luca e dal suo staff, hanno potuto vivere una convivenza serena, sicura e gioiosa.
L’ascesa al rifugio, giovedì 12 giugno, si è svolta sotto il sole di inizio estate. In poche ore, un gruppo di sconosciuti è diventato una piccola comunità. Tra chiacchiere, risate e sostegno reciproco, i ragazzi hanno iniziato a costruire legami e fiducia, anche grazie alla presenza attiva degli accompagnatori di alpinismo giovanile del CAI di Bra e degli operatori sanitari dell’ospedale.
Durante il trekking, la natura si è mostrata in tutta la sua meraviglia: fioriture alpine, camosci, marmotte, stambecchi… fino alla straordinaria apparizione di un lupo, avvistato a meno di cento metri dal rifugio. Venerdì, la giovane guardiaparco Beatrice, delle Aree Protette delle Alpi Marittime, ha arricchito l’esperienza con storie e curiosità, regalando al gruppo uno sguardo nuovo e consapevole sul territorio.
Ma la vera conquista è stata quella personale. Ogni partecipante ha raggiunto la propria “vetta”: un piccolo obiettivo, un passo nuovo, un gesto superato. Anche solo toccare la neve in alta quota, dormire in rifugio o condividere una serata in compagnia: ogni momento ha avuto un valore profondo, simbolo di possibilità e rinascita.
“L’esperienza lo ha aiutato a mettere da parte alcune paure”, racconta un genitore.
“Vorrebbe rifarlo subito”, aggiunge un altro.
Anche per gli operatori sanitari – Marta, Elaine, Elisa, Elisabetta e Pier Luigi – il progetto è stato uno spazio prezioso: “Abbiamo visto i nostri pazienti in una veste nuova. È stato un regalo enorme anche per noi. In questo contesto così diverso abbiamo potuto cogliere le loro potenzialità”.
Il progetto è stato reso possibile anche grazie al sostegno di Robe di Kappa e della Sezione CAI GEAM di Cornaredo, che nel ricordare i soci Pasqualino e Franco hanno contribuito a finanziare l’iniziativa, garantendo alle famiglie la partecipazione gratuita.
E ora si guarda avanti, al trekking d’autunno, alle nuove mete da raggiungere insieme. Perché, come ricordano i volontari e i sanitari: “Il potere del gruppo, della natura, dello stare insieme è magico. I sorrisi dei ragazzi nel riuscire a raggiungere obiettivi per loro nuovi scaldano il cuore e ci fanno sentire come a casa”.
E forse, in fondo, la vera magia è tutta lì.