Il Soccorso Alpino e Speleologico siciliano in azione su un sentiero a picco sul mareMontagna non significa solo vette oltre i duemila metri, ghiacciai o ferrate ad alta quota. Esiste una montagna diversa, più morbida nei profili ma non per questo meno insidiosa: quella dei crinali che si affacciano sul mare, dei sentieri tra le falesie, delle mulattiere che attraversano boschi di latifoglie. Ed è proprio in questi ambienti, a quote più basse, che si concentra oggi un numero consistente di interventi da parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
Dalla Sicilia alla Campania, dalla Calabria fino alle pendici dell’Aspromonte o ai sentieri panoramici delle isole, i tecnici del CNSAS intervengono con sempre maggiore frequenza per soccorrere escursionisti in difficoltà. “Sentieri apparentemente semplici, accessibili in partenza e spesso molto frequentati, diventano complicati se si sottovaluta l’ambiente”, spiegano i soccorritori. A causare gli incidenti sono spesso scelte sbagliate: scarpe non adeguate, mancanza d’acqua, condizioni meteo ignorate o percorsi affrontati senza la minima pianificazione.
In questi territori il rischio non è solo rappresentato da pareti verticali o creste esposte, ma anche da cali improvvisi di energia, disorientamento, piccoli traumi che, senza rete cellulare o con temperature elevate, possono trasformarsi in emergenze.
“Nella nostra regione ci troviamo ad effettuare decine di interventi in zone apparentemente innocue come la Riserva dello Zingaro, un luogo di indiscussa bellezza che però presenta insidie poco considerate dagli avventori - spiega Leonardo La Pica, Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Sicilia - In molti si avventurano lungo questo percorso (lungo 7km, ndr) senza calzature adeguate e soprattutto senza acqua e protezioni contro il caldo. A causa di questo approccio ci troviamo ad intervenire spesso per traumi ad arti inferiori causati da scarpette inadeguate e malori dovuti al caldo torrido tipico della stagione estiva. Un altro luogo in cui ci troviamo a svolgere molte missioni di soccorso, sempre a causa delle calzature inadeguate, è la Cava Grande del Cassibile, in cui molti turisti vanno alla ricerca di temperature ideali, che presenta un sentiero di accesso molto scosceso e dal fondo instabile. Approcciare queste zone con scarpe da ginnastica o, ancor peggio, con ciabatte, espone a rischi inutili. Sottolineo che sono zone inaccessibili a mezzi 4x4, in cui gli interventi più delicati a livello sanitario richiedono quasi sempre l'intervento dell'elicottero”
Nel 2025, sono già numerosi gli interventi portati a termine dai tecnici del Soccorso Alpino della Calabria, della Campania e della Sicilia su itinerari di media quota: nel Parco delle Madonie, lungo la dorsale montuosa della Sila, tra i canyon del Pollino e in zone a ridosso del mare dove i sentieri sono resi insidiosi da dislivelli sottovalutati, terreno instabile e caldo torrido.
A dimostrazione che la sicurezza in montagna non dipende dalla quota, ma dal modo in cui ci si avvicina all’ambiente naturale. Lo ripetono da anni le campagne informative del Soccorso Alpino e Speleologico: mai partire impreparati. Anche una camminata per arrivare in spiaggia può trasformarsi in un’odissea se non affrontata con criterio.
Serve quindi un cambio di percezione: l'ambiente impervio non è solo quellaodelle Alpi, ma anche quello che giunge nel blu del Mediterraneo. E merita lo stesso rispetto.