Foto di Corentin Julliard da Pixabay © Corentin Julliard da PixabayGiovedì 6 novembre, presso l’Istituto Rosmini di Domodossola, si è tenuto il convegno “Montagne che cambiano. Natura e parchi alla prova del clima”, organizzato da CIPRA Italia e Federparchi, in collaborazione con l’Ente di Gestione delle Aree protette dell’Ossola e l’Associazione Musei d’Ossola, con il contributo della Fondazione Cariplo e del Programma Interreg Italia-Svizzera.
Ecosistemi come foreste montane, zone umide e ghiacciai svolgono un ruolo essenziale per la salute umana e la sicurezza alimentare, ma la biodiversità di questi ambienti è oggi fortemente minacciata dagli effetti del cambiamento climatico. In questo scenario, le aree protette alpine assumono un valore strategico: rappresentano rifugi per specie e habitat vulnerabili, veri e propri laboratori a cielo aperto, e strumenti centrali nelle politiche di adattamento climatico.
Nel corso del convegno è stato presentato il dossier “Aree protette alpine e cambiamenti climatici”, che raccoglie in apposite schede i progetti di adattamento al clima avviati da una quindicina di aree protette dell’arco alpino. Dopo la presentazione della Strategia Clima di Fondazione Cariplo, la relazione introduttiva “Montagne e cambiamenti climatici: le sfide della ricerca per i parchi alpini” di Antonello Provenzale (Consiglio Nazionale delle Ricerche), e due interventi tematici: Giuseppe Bogliani (Università di Pavia) che ha paralto degli effetti del riscaldamento globale su animali e piante, mentre Marta Chiarle (CNR-IRPI) ha affrontato il tema degli eventi estremi e della fragilità dei territori montani.
Nel pomeriggio diversi workshop paralleli dedicati all’adattamento dei parchi alle nuove condizioni climatiche: dalla gestione della fruizione turistica alla perdita di biodiversità nei boschi e nei pascoli, dalla crisi idrica che colpisce le zone umide alle minacce per le attività outdoor causate dagli eventi estremi.
Il dossier è disponibile sul sito www.cipra.org. Attraverso questa iniziativa, CIPRA Italia e Federparchi intendono monitorare i cambiamenti negli ecosistemi alpini, promuovere politiche di adattamento concrete e valorizzare le buone pratiche già in atto per costruire un futuro più resiliente per le montagne.
Come sottolineano gli organizzatori, “la protezione della natura è sinonimo di benessere collettivo”: un messaggio che rinnova il valore delle aree protette non solo come spazi di conservazione, ma come pilastri per la sicurezza ambientale e sociale delle comunità alpine.