L’inchiesta Montagne Immaginarie di Michele Sasso, pubblicata da Edizioni Ambiente nella collana VerdeNero Inchieste, rappresenta un approfondito reportage su cosa accade davvero in questi territori e su quali siano le sfide per reinventare il territorio e trovare un giusto modello di sviluppo.
Michele Sasso racconta un territorio montano che si confronta con la crisi climatica, l'urbanizzazione crescente e uno sfruttamento intensivo che lo sta trasformando. Montagne Immaginarie mette in evidenza le contraddizioni di una “snow economy” insostenibile, alimentata da una visione che persiste nell'artificializzare i comprensori sciistici a dispetto delle sfide ambientali. L'autore analizza l'impatto dei grandi eventi, come le prossime Olimpiadi, sottolineando i costi ambientali di infrastrutture massicce e superflue, come per esempio la controversa pista da bob di Cortina.
Ma il libro va oltre il classico racconto della montagna come luogo esclusivamente turistico. Sasso esplora anche le aree interne e gli Appennini, territori spesso dimenticati e soggetti a un sovrasfruttamento delle risorse naturali, come il taglio intensivo di legname e il prelievo eccessivo di acqua per l'imbottigliamento. Queste pratiche contribuiscono a destabilizzare l'ambiente, provocando frane e alluvioni che colpiscono duramente le comunità locali.
Non mancano però gli esempi positivi: Sasso racconta storie di resistenza e innovazione, come il concetto di “restanza”, la scelta di restare in queste aree per contrastare lo spopolamento e sviluppare modelli di vita sostenibili, e la gestione virtuosa di risorse naturali, come la foresta di Tarvisio. Questi esempi dimostrano come sia possibile adottare nuovi modelli di turismo e sviluppo, lontani dalle logiche di sfruttamento intensivo e vicini a un’economia più sostenibile e integrata.
“La montagna è sospesa tra l’oggi e il domani, tra chi l’ha idealizzata e usata e chi invece crede nel suo sviluppo sostenibile e armonico di fronte, soprattutto, alle sfide ineluttabili dei cambiamenti climatici”, scrive Sasso nel prologo. “La montagna è sospesa tra visioni distorte di un futuro che la vorrebbe come un parco giochi senza regole, da sfruttare per costruire comprensori e impianti sciistici fuori tempo massimo e il presente fatto di narrazioni e migrazioni per cercare nuove forme per riabitare questi luoghi”.
E continua: “La montagna è vittima della sua stessa immagine e diventa immaginaria, un ‘nonluogo’ come direbbe l’antropologo Marc Augé, se inteso soltanto come prolungamento e appendice della città. Sospesa tra le sue numerose bellezze e l’arroganza di chi decide di antropizzarla e piegarla alle esigenze della società moderna”.
Fonte: Ufficio Stampa Edizioni Ambiente