Il Bivacco Pelino prima del suo smantellamento - Foto Tatiana MarrasSi è chiuso nei giorni scorsi un capitolo della recente storia del Bivacco “Cesare Mario Pelino”, iconico igloo posizionato fino all'agosto del 2025 sulla cima del Monte Amaro (2793 m), la seconda vetta più alta dell’Appennino. Era l’agosto del 2022 quando la struttura diventava oggetto di un atto vandalico: la copertura esterna, di metallo rosso, fu “decorata” da un gruppo di writers con delle bombolette di vernice bianca.
Un gesto che, nonostante l’intento evidentemente “artistico” degli autori, a distanza di 3 anni ha ricevuto una condanna effettiva, emessa dal Tribunale di Sulmona. Il giudice Concetta Buccini ha pronunciato una sentenza di condanna a quattro mesi e venti giorni di reclusione per due writers torinesi, ritenuti responsabili dell’imbrattamento del Bivacco. Sono stati invece assolti gli altri due compagni, che si trovavano con loro sulla cima del Monte Amaro, esclusi dal concorso nel reato.
Il fatto
Il 24 agosto del 2022, 4 giovani piemontesi affrontarono l’ardua salita alla vetta del Monte Amaro, portando con sé nello zaino delle bombolette di vernice spray. Giunti sulla seconda cima più alta dell’Appennino, “decorarono” le pareti esterne del bivacco, disegnando motivi artistici bianchi, particolarmente evidenti sullo sfondo rosso, che a lungo ha caratterizzato il Bivacco Pelino.
Su segnalazione di alcuni escursionisti presenti nella zona, i quattro furono prontamente rintracciati e identificati dai Carabinieri Forestali. Come riportato nel comunicato stampa ufficiale dell'Arma, diffuso il 25 agosto 2022, “tre ragazzi tra i 19 e i 27 anni, che nella mattinata di ieri hanno verniciato con bombolette spray il Bivacco Pelino, sono stati identificati dai militari della Stazione Carabinieri ”Parco" di Pretoro […] sulla base della descrizione fatta dai segnalanti, hanno riconosciuto quattro ragazzi notati il giorno precedente, durante un servizio di controllo del territorio, scendere dall'auto in località “Rifugio Pomilio” di Rapino (CH) e incamminarsi verso il Blockhaus. Così l'indomani, tornati a valle per riprendere il mezzo, i quattro hanno trovato una pattuglia ad aspettarli".
I giovani furono pertanto denunciati per imbrattamento di un bene immobile, peraltro all’interno di un’area protetta.
Il Bivacco fu oggetto di un primo intervento di recupero nel settembre del 2023, ad opera dei volontari del CAI di Sulmona, che si occuparono di riverniciarne gli esterni. Nonostante la ripulitura esterna, il Pelino presentava delle condizioni non ottimali, anche e soprattutto nei suoi spazi interni. Per assicurare la messa a disposizione, per escursionisti e alpinisti in salita sulla vetta del Monte Amaro, di un punto di appoggio moderno e confortevole, nell’estate del 2025 la storica cupola rossa è stata oggetto di uno smantellamento, con l’obiettivo di sostituirla nel prossimo futuro con un nuovo bivacco.
La nuova struttura sarà finanziata dalla Regione Abruzzo, mediante il Fondo Unico Nazionale per il Turismo (FUNT), e dal Parco Nazionale della Maiella, con fondi per interventi finalizzati al ripristino delle infrastrutture verdi, promossi dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), nell’ambito del Piano per la Transizione Ecologica (PTE).
Mentre il CAI Sulmona procedeva allo smantellamento del vecchio igloo rosso, i giovani venivano rinviati a giudizio, arrivando alla sentenza definitiva di questi giorni.
La storia dell'igloo del Monte Amaro
Lo smantellamento avvenuto lo scorso agosto chiude una lunga storia, iniziata nel lontano 1890. Il 14 luglio di quell’anno fu infatti inaugurato sulla cima del Monte Amaro, il Rifugio "Vittorio Emanuele II", una struttura in pietrame secco che rappresentò per decenni un punto d’appoggio fondamentale, fino alla sua distruzione nel 1944 ad opera delle truppe tedesche in ritirata.
Dopo la guerra, la vetta rimase priva di ricoveri fino al 1966, quando il CAI di Sulmona inaugurò un primo bivacco. Tuttavia, la struttura fu letteralmente spazzata via da una tempesta nella notte di Capodanno del 1974. I soci della sezione non si arresero e, scartata l’idea di un rifugio in muratura, resa infattibile dall’impossibilità di trasportare i materiali pesanti via elicottero, nel 1979 fu proposto un progetto d’avanguardia: la realizzazione di una struttura geodetica, una cupola composta da triangoli interconnessi, capace di resistere a venti estremi.
L'"igloo" del Monte Amaro fu completato e inaugurato il 18 luglio 1982 e venne intitolato a Cesare Mario Pelino, socio del CAI di Sulmona prematuramente scomparso. Per oltre quarant'anni, quella sagoma dal rimando spaziale, di colore rosso acceso, ha rappresentato il simbolo dell’arrivo al termine della faticosa salita sulla cima del Monte Amaro, e di salvezza per quanti si siano trovati a lottare contro il meteo avverso.
In questo periodo di transizione, la vetta risulta sprovvista di un ricovero, pertanto il Parco Nazionale della Maiella consiglia agli escursionisti di fare riferimento al Rifugio Ciro Manzini (2.522 m), situato in Valle Cannella, a circa 50 minuti di cammino dalla vetta.