I monti Dragnone e Castellaro sono due cime costituite da rocce ofiolitiche che si innalzano sullo spartiacque tra il vallone del Torrente Mangia e il vallone di Rocchetta di Vara. Sulla vetta del Monte Castellaro si trovano i resti di un antichissimo insediamento fortificato. Il Monte Dragnone, facilmente riconoscibile anche da lontano, è più alto e panoramico, e sulla sua cima si trova una chiesetta. Partendo da Pieve di Zignago, si possono visitare le due cime con un piacevole percorso ad anello.
Accesso
Si esce al casello di Brugnato-Borghetto Vara dell’autostrada Genova-Livorno e si gira a destra per Brugnato. Attraversato il paese, si prosegue sulla strada principale che porta a Rocchetta di Vara. Continuando dritti, si sale a Pieve di Zignago, borgo situato su un’ampia sella dello spartiacque tra i torrenti Mangia e Gravegnola, ai piedi del Monte Dragnone.
Itinerario
Dal crocevia sul crinale a Pieve di Zignago (628 m), si imbocca una stradina asfaltata (segnavia 141) che sale verso nord-est passando accanto ad alcune villette e offrendo una bella vista sul Monte Góttero. Divenuta sterrata, la strada entra nel bosco e si innalza sul lato sinistro del contrafforte.
Giunti ad un bivio presso un'area ginnica (quota 747), si abbandona la sterrata per imboccare a sinistra una diramazione che aggira a nord-ovest il Monte Dragnone. Doppiato un contrafforte, la pista si restringe a sentiero, che scende ripido per contornare una balza di rocce scure. Si taglia in piano tra erba e detriti, fino all’impluvio tra i monti Dragnone e Castellaro. Qui il sentiero piega a destra e rientra nella pineta. Innalzandosi con alcune svolte, si sbuca alla Foce del Castellaro (863 m), dove sorge una cappelletta. Lasciando a destra una sterrata, si prosegue a sinistra sul sentiero segnalato, che sale dolcemente tra erba e massi affioranti. Ad un bivio si trascura il sentiero principale che taglia verso le Case Castellaro: deviando a sinistra si prende una diramazione che sale tortuosa tra rocce affioranti fino in cima al Monte Castellaro (945 m; 1.15-1.30 ore da Pieve di Zignago).
Piccola e arcigna montagna formata da rocce peridotitiche, prende il nome dall’insediamento fortificato preromano che si trovava sulla sua cima (pannelli esplicativi). Scavi archeologici hanno riportato alla luce importanti reperti, tra cui i resti di capanne quadrangolari risalenti all'età del Bronzo.
Ritornati alla Foce del Castellaro, presso la cappelletta si imbocca una mulattiera scalinata (via crucis) che sale ripida tra i pini sul contrafforte nord del Monte Dragnone. La mulattiera diventa sentiero e si inerpica con stretti tornanti, affacciandosi sul ripidissimo e detritico versante sud della montagna. Piegando a destra si attraversa un cancello e si arriva sull'ampia cima del Monte Dragnone (1007 m; 35-45 minuti dal Monte Castellaro).
È una montagna a forma di cupola, coperta da una folta pineta; i versanti nord e a sud-est sono squarciati da due grandi paleofrane che hanno messo a nudo arcigne pareti rocciose.
Pare che il Monte Dragnone fosse luogo di culto già in epoca preromana, quando la zona era abitata dalle tribù dei Liguri Apuani. Oggi sulla vetta erbosa si trova una chiesetta, costruita nel Medioevo da alcuni monaci benedettini in fuga da Luni, poi riedificata nel 1863.
Il Dragnone è un punto panoramico di prim'ordine sull’intera Val di Vara fino al mare.
Imboccando una stradina sterrata si scende sul versante opposto. La stradina attraversa un cancello e si rientra nella pineta. Passa sul bordo delle pareti rocciose che caratterizzano il versante nord, poi piega a sinistra e si abbassa nel bosco, fino a ricongiungersi al percorso dell'andata presso il bivio di quota 747. Da qui si ritorna in breve a Pieve di Zignago.