Foto aerea Monte Sierpe - Foto © J.L. Bongers. Supplied by the University of Sydney.
Foto aerea dall'alto che mostra gli spazi (o 'attraversamenti pedonali') tra le sezioni distinte a Monte Sierpe © J.L. Bongers. Supplied by the University of Sydney.
Un gruppo di buche sul Monte Sierpe - © C. Stanish. Supplied by the University of Sydney.
Foto aerea del Monte Sierpe verso sud, in direzione del fiume Pisco - © J.L. Bongers. Supplied by the University of Sydney.
Fotoa aerea di Monte Sierpe verso nord est - © J.L. Bongers. Supplied by the University of Sydney.
Un primo piano a Monte Sierpe. La scala è di 20 cm © C. Stanish. Supplied by the University of Sydney.
Foto aerea dell'insediamento difensivo situato a un chilometro a est del Monte Sierpe. Un muro difensivo è visibile sul lato sinistro della foto © J.L. Bongers. Supplied by the University of Sydney.
Foto aerea dall'alto che mostra gli spazi (o 'attraversamenti pedonali') tra le sezioni distinte a Monte Sierpe © J.L. Bongers. Supplied by the University of Sydney.
Un gruppo di buche sul Monte Sierpe - © C. Stanish. Supplied by the University of Sydney.Tra le vette del Perù, si cela un luogo avvolto dal mistero, meno noto rispetto alle celebri Linee di Nazca ma altrettanto enigmatico. Una fila di buche, oltre 5.000, si estende lungo 1,5 chilometri nella Valle del Pisco, disegnando un motivo che per decenni è apparso di difficile comprensione. Questo particolare sito archeologico, situato ai piedi delle Ande, circa 32 chilometri a est della città di Pisco, è noto come Monte Sierpe (Montagna del Serpente), un nome evocativo che rimanda alla fascia di buche ("band of holes") che ne caratterizza la superficie.
Chi ha scavato quei 5.000 fori nel terreno e perché? Il mistero, che ha affascinato per decenni il mondo scientifico e gli appassionati di paranormale, è finalmente al centro di una promettente svolta scientifica.
Il mistero della “band of holes”
Monte Sierpe si caratterizza per la presenza di circa 5.200 fori, larghi 1-2 m e profondi 0,5-1 m, tutti allineati con precisione, raggruppati in più sezioni separate da spazi vuoti e differenziate per numero di buche e stili costruttivi, con e senza bordi in pietra. La sua esistenza ha attirato l'attenzione del pubblico già nel 1933, a seguito della pubblicazione di fotografie aeree su National Geographic, diventando uno dei tanti enigmi da svelare, legato alle antiche civiltà andine.
Le ipotesi sul suo utilizzo spaziavano dalla difesa allo stoccaggio, dalla raccolta dell'acqua alla cattura della nebbia, dal giardinaggio alla sepoltura, dall'attività mineraria alla costruzione di geoglifi (grandi disegni o motivi creati sul terreno, come le celebri linee di Nazca). Una nuova ricerca condotta dall'Università di Sydney, con a capo il dottor Jacob Bongers, archeologo digitale specializzato in mappatura con droni, ha combinato l'analisi microbotanica dei sedimenti del Monte Sierpe con l'uso di droni ad alta risoluzione, alla ricerca di una risposta definitiva.
"Perché gli antichi popoli avrebbero creato oltre 5.000 buche nelle colline del Perù meridionale? Erano giardini? Raccoglievano acqua? Avevano una funzione agricola? Non sappiamo perché si trovino qui, ma abbiamo prodotto alcuni nuovi dati promettenti che forniscono indizi importanti e supportano nuove teorie sull'uso del sito", ha spiegato il dottor Bongers.
Un antico sito di scambio e contabilità
L'indagine aerea ha rivelato qualcosa di sorprendente: l'organizzazione spaziale di Monte Sierpe presenta diversi schemi numerici, che suggeriscono una chiara intenzione sottesa alla disposizione delle buche. Ad esempio, 9 file consecutive con 8 fori ciascuna oppure 6 file consecutive con 7 fori e una fila con 8 fori.
Il vero colpo di scena è arrivato quando i ricercatori hanno scoperto che la distribuzione delle buche è sorprendentemente simile a quella di un khipu Inca – antico dispositivo di contabilità fatto di cordicelle annodate, utilizzato dalle civiltà andine – recuperato proprio nella stessa valle.
Secondo gli autori, il sito potrebbe essere diventato uno strumento di contabilità, una sorta di khipu paesaggistico, dopo l'incorporazione del Regno Chincha (pre-inca) nello stato Inca, con integrazione del Monte Sierpe nel sistema di scambio e riscossione dei tributi Inca. E prima di allora?
Parallelamente all'analisi della disposizione delle buche, i campioni di suolo prelevati nel sito hanno fornito prove cruciali sul loro utilizzo. Dalle analisi è emersa la presenza di pollini antichi di mais, una delle colture di base più importanti delle Ande, e di canne, tradizionalmente impiegate per la fabbricazione di cesti nel corso dei millenni. Questi reperti indicano che le persone depositavano piante all'interno dei fori, utilizzando cesti intrecciati per il loro trasporto.
Prima di diventare un sistema di contabilità “paesaggistico” sotto il regno degli Inca, Monte Sierpe sarebbe dunque stato un importante luogo di scambio, una sorta di mercato in quota. La località è strategicamente situata nei pressi di una delle più importanti rotte commerciali pre-ispaniche tra costa e altipiani e di importanti strade che collegavano le valli di Chincha e Pisco, estendendosi fino ai siti amministrativi Inca di Tambo Colorado e Lima La Vieja, facilitando probabilmente il commercio a sud verso la valle di Ica.
Il sito si trova nella chaupiyunga, un'area ecologica di transizione tra la pianura costiera e le valli montuose, un punto di incontro tra gruppi costieri e montani che qui si riunivano per scambiare prodotti e negoziare l'accesso a terra, acqua e minerali. Le buche erano presumibilmente utilizzate per depositare i beni, mentre gli spazi tra le varie sezioni avevano lo scopo di consentire il camminamento.
Niente alieni, solo menti umane ingegnose
La nuova teoria proposta dai ricercatori è dunque che Monte Sierpe sia stato inizialmente costruito e utilizzato dal Regno Chincha (pre-Inca) come luogo di baratto e scambio regolamentato. Successivamente, sotto il dominio Inca, si sarebbe evoluto in un vero e proprio luogo di contabilità. Dietro la creazione del sito non ci sarebbero dunque gli alieni, ma l'ingegno delle menti umane.
"Forse si trattava di un mercato pre-Inca, come una sorta di mercatino delle pulci" ha ipotizzato il dottor Bongers. "Sappiamo che la popolazione pre-ispanica qui era di circa 100.000 persone. Forse commercianti itineranti (mercanti marittimi e carovane di lama), specialisti (agricoltori e pescatori) e altri si riunivano nel sito per scambiare beni locali come mais e cotone. Fondamentalmente, io vedo queste buche come un tipo di tecnologia sociale che ha riunito le persone, e successivamente è diventato un sistema di contabilità su larga scala sotto l'Impero Inca."
Questa ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Antiquity, fornisce un importante caso di studio andino su come le comunità passate modificassero i paesaggi per promuovere l'interazione. Sebbene ci si sia avvicinati moltissimo alla comprensione di Monte Sierpe, permangono ancora domande affascinanti. Una tra tutte è perché, lungo tutta la catena andina, non siano stati riscontrati esempi simili di siti di scambio e contabilità.