David Goettler, Tiphaine Du Perier e Boris Langenstein in cima al Nanga Parbat © Facebook David GoettlerSembrava impossibile, come tante cose nell'alpinismo. Ma sappiamo anche che l'impossibile è solo qualcosa che non è ancora stato fatto. Gli alpinisti e sciatori estremi Tiphaine du Perier e Boris Langenstein hanno scalato e disceso integralmente con gli sci la parete Rupal del Nanga Parbat. Parliamo della parete più alta al mondo, con oltre 4000 metri di dislivello dal campo base alla vetta. È successo lo scorso 24 giugno, ma gli alpinisti hanno comunicato la realizzazione solo nella giornata di ieri. Con loro in vetta anche il tedesco David Göttler che ha realizzato un sogno coltivato per ben dodici anni salendo in stile alpino e scendendo in parapendio da quota 7700 metri fino al campo base. “A volte serve pazienza e tanti anni di sforzi per realizzare un sogno” ha scritto sui social pubblicando un video del suo volo. “Nel mio caso, sognavo di salire un Ottomila per una via diversa da quella normale. La parete Rupal del Nanga Parbat, lungo la via Schell, è stato quel sogno per 12 anni. Ci sono voluti cinque tentativi, ma ora so che ne è valsa la pena”.
Non sono invece ancora state rilasciate dichiarazione dai due sciatori che, come nel loro classico stile, sono saliti e scesi senza cercare clamori mediatici.
La discesa con gli sci della parete Rupal
Le poche informazioni che abbiamo al momento parlano di una spedizinoe ben pianificata e di numeri da capogiro. La parete Rupal ha infatti offerto ai due francesci un dislivello sciabile di ben 4600 metri con alcuni tratti particolamente difficili. Lasciata infatti la vetta i due si sono trovati a dover gestire un difficile traverso di misto sul verdante Diamir, per poi tornare sulla parete Rupal. In totale hanno impiegato quattro giorni per compiere la discesa, dal 24 al 27 giugno, in parte disarrampicando e in parte sciando.
La preparazione era invece iniziata in maggio in Nepal, con una salita di acclimatazione sul Baruntse (7129 m) prima di raggiungere il Pakistan e quindi il campo base del Nanga Parbat. L'obiettivo, dichiarato fin dall'inizio era quello di tentare una salita in velocità e in stile alpino. Una realizzazione che è stata possibile grazie alle condizioni perfette incontrate sul finire di giugno. La salita è infatti iniziata il 21 giugno e non ha presentato imprevisti, fino alla vetta.
Per i due francesi si tratta di un grande successo e anche di una “rivincita” personale dopo il precedente tentativo del 2019 che li ha visti provare la discesa integrale del versante Diamir del Nanga Parbat, purtroppo non riuscito sia per le condizioni di vetta che hanno portato Langenstein a scendere a piedi per circa 50 metri prima di poter iniziare a sciare, sia per Du Perier che si era fermata prima della vetta.
Un sogno coltivato per ben 12 anni
Per David Göttler il successo del 2025 è il coronamento di un progetto iniziato dodici anni fa. Il forte alpinista tedesco aveva infatti già tentato di salire il Nanga Parbat lungo la parete Rupal ben quattro volte in passato, di cui due in condizioni invernali, senza mai riuscire a raggiungere la vetta. La prima volta nell'inverno 2013/2014 insieme a Simone Moro ed Emilio Previtali. In questo caso gli alpinisti si erano mossi lungo la via Schell fino a circa 7200 metri. Nella stagione 2021/22 Göttler era tornato, questa volta con Hervé Barmasse e Mike Arnold. L'idea era sempre la via Schell, dove però non sono riusciti a superare i 5670 metri. Ancora un tentativo era stato portato avanti nell'estate 2023, insieme al fuoriclasse francese Benjamin Védrines. I due, in stile alpino, erano riusciti a raggiungere i 7500 metri quando Göttler ha iniziato ad accusare problemi con la quota. L'ultimo tentativo risale alla scorsa estate, ancora un tentativo in stile alpino sulla via Schell, con lui Mike Arnold. Ma anche in questo caso la salita non era andata a buon fine.
Sembrava un sogno destinato a non realizzarsi, quello di Göttler, ma questo ragazzo ha dimostrato di avere una determinazione e una costanza che vanno oltre ogni fallimento.