Nanga Parbat, via alla stagione: puristi, sognatori e "sfide" commerciali

Con l’arrivo delle prime squadre ai campi base si apre la stagione sul Nanga Parbat. Tanti progetti: nuove vie, discese estreme e spedizioni commerciali.
La parete Rakhiot del Nanga Parbat

Con l’arrivo delle prime squadre ai campo base si apre la stagione alpinistica sul Nanga Parbat. Gli 8126 metri della nona montagna della Terra si preparano ad accogliere progetti interessanti, salite classiche e idee innovative. Quello che è certo è che anche questo grande colosso all'estremo occidente dell'Himalaya inizia ad attrarre sempre più alpinisti intenzionati a misurarsi con le sue dimensioni da record.

Una settimana fa avevamo annunciato il ritorno agli Ottomila di Denis Urubko, con il suo progetto di apertura di un nuovo itinerario sulla parete Diamir, in cordata con la compagna Maria Cardell. I due hanno completato nei giorni scorsi l'ultima salita di acclimatazione nella zona di Skardu e si stanno ora preparando al viaggio verso il Nanga Parbat.

Sulla parete Rupal, la più alta al mondo, siamo invece pronti ad assistere a un ritorno importante, quello di David Göttler, al suo quinto tentativo sulla montagna. L'obiettivo dell'alpinista tedesco, che si trova in spedizione con i francesi Typhaine Duperier e Boris Langenstein, è quello di effetture una salita in stile leggero per poi scendere dalla cima con il parapendio. In particolare Göttler tenterà di volare in parapendio dalla vetta mentre i due compagni scenderanno con gli sci lungo la parete. Se i due francesi dovessero riuscire nella discesa si tratterebbe di una prima assoluta.

Interessante anche la spedizione di Horia Colibasanu e Jorge Egocheaga che puntano a salire per la via normale, ma con uno stile rigoroso: senza ossigeno, senza supporto portatori d'alta quota, senza corde fisse proprie. L'idea è quindi quella di effettuare l'ascensione per la parete Diamir, lungo la via Kinshofer, sfruttando la logistica base offerta dai team commerciali. Una logistica che non scarseggerà affatto. Saranno infatti importanti gli spiegamenti di forze messi in campo dalle spedizioni commerciali sulla nona montagna della Terra. Nulla a che vedere con i numeri dell'Everest, ma un mondo diverso da quello che si respirava sulla “regina delle montagne”, come anche è chiamato il Nanga Parbat, solo 25 anni fa, quando la prima spedizione commerciale ha raggiungo il colosso Himalayano. Tra le più bizzarre proposte di quest'anno, l'deia della 14 Peaks Expeditions, diretta da Tashi Sherpa, che mira a portare i clienti su tutti e cinque gli Ottomila pakistani (Nanga Parbat, K2, Gasherbrum I, Gasherbrum II, Broad Peak) in appena nove settimane. Per riuscirci ogni mezzo è lecito: trasferimenti in elicottero, ossigeno, squadre di portatori al lavoro per aprire e attrezzare le vie. Si parte, anche in questo caso, dal Nanga Parbat. Poi si vedrà se il severo Karakorum lascerà spazio al circo degli Ottomila.