Si è svolta il 20 novembre scorso la conferenza conclusiva del progetto NaturKosovo: il capitale naturale e culturale in Kosovo e lo sviluppo turistico sostenibile della Via Dinarica. Alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Kosovo Maurizio Antonini, della Ministra ad interim dell’Industria, Imprenditoria e Commercio della Repubblica del Kosovo Rozeta Hajdari, di Letizia Fischioni, Titolare reggente della Sede AICS regionale di Tirana, oltre i vari attori del progetto triennale come rappresentanti del CAI e CNSAS, l’appuntamento ha riunito istituzioni, operatori e tecnici per raccontare tre anni di attività.
Organizzata dall’ONG Volontari nel Mondo RTM, la conferenza ha ripercorso il lavoro svolto, valorizzando in particolare il contributo del Club Alpino Italiano e del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Gli esperti del CAI hanno coordinato il consolidamento del tratto kosovaro della Via Dinarica: 160 chilometri suddivisi in 13 tappe, all’interno del Parco Nazionale delle Bjeshket e Nemuna, oggi completamente mappati, segnalati e resi fruibili secondo standard escursionistici internazionali. Un intervento che non risponde soltanto a esigenze turistiche, ma che restituisce alla popolazione locale percorsi sicuri e accessibili, diventando una vera infrastruttura culturale e sociale.
Fondamentale anche l’impegno del CNSAS, che ha affiancato le municipalità di Peja/Peć, Deçan/Dečani e Junik nella creazione di un servizio di soccorso alpino affidabile e strutturato. Grazie alla formazione tecnica, all’acquisto di materiali individuali e di squadra e alla definizione di procedure operative, oggi il Kosovo dispone di un dispositivo di emergenza in montagna capace di rispondere alle esigenze di un territorio in forte crescita turistica, ma soprattutto della sua comunità. Il lavoro congiunto ha infatti generato un patrimonio di competenze destinato a rimanere sul territorio, creando continuità e sicurezza per chi vive e frequenta la montagna.
Tra i risultati presentati anche il sostegno a 31 micro e piccole imprese locali, finanziate attraverso un Fondo di Dotazione da 360.000 euro, e la promozione del marchio Via Dinarica Kosovo, curata da AITR a livello europeo e da UTALAYA Foundation su scala regionale. Un’attività che ha coinvolto fiere, eventi di settore, giornalisti e tour operator, rafforzando il posizionamento internazionale del paese.
La conferenza ha offerto spazio anche alle opinioni dei protagonisti istituzionali. L’Ambasciatore Maurizio Antonini ha sottolineato come «questo progetto dimostri la capacità funzionale del sistema Paese dinanzi a interventi di grande valore», evidenziando la solidità della cooperazione italiana in contesti complessi ma ricchi di prospettive. La Dottoressa Letizia Fischioni ha messo in luce l’approccio di NaturKosovo, definendolo «un progetto che ha rispettato tutti i prerequisiti, superandoli e dando di fatto il via a un processo che vedrà futuri interventi replicarsi nei territori di competenza di AICS Tirana».
Spazio anche a un momento di leggerezza: grande simpatia ha accompagnato la chiusura dello speech di Alessio Piccioli, project coordinator per il CAI, che – citando Dante Alighieri – ha ricordato quanto siano importanti progetti capaci di connettere territori e farli dialogare sotto il segno di uno sviluppo turistico ed economico condiviso.
Nel corso dell’evento è stato inoltre firmato il Memorandum of Understanding per la gestione futura del marchio Via Dinarica Kosovo, affidato a un consorzio di enti e istituzioni locali. A sottoscrivere l’accordo i sindaci Gazmend Muhaxheri (Peja/Peć), Bashkim Ramosaj (Deçan/Dečani), Ruzhdi Shehu (Junik) e Arianit Nikçi, Presidente della Federazione di Alpinismo e Arrampicata Sportiva del Kosovo: un passaggio simbolico ma concreto verso un’autonomia gestionale pienamente locale.
Realizzato da Volontari nel Mondo RTM e CELIM Milano con un budget complessivo di 1,8 milioni di euro finanziato dalla Cooperazione Italiana, NaturKosovo rappresenta oggi un esempio di collaborazione internazionale capace di coniugare sviluppo turistico, sicurezza, formazione e crescita comunitaria. Il lavoro di CAI e CNSAS, in particolare, ha lasciato un’eredità che va oltre i sentieri e le attrezzature: un sistema di conoscenze, relazioni e procedure che accompagnerà il Kosovo negli anni a venire.