La fessura ha uno sviluppo di circa 30 metri @ M.C. Eden IG Marco Sappa
Gli incastri si restringono nel finale @M.C. Eden IG Marco Sappa
La sfida è stata tanto tecnica quanto mentale @M.C. Eden IG Marco Sappa
Uno specialista delle fessure: è sempre sbagliato etichettare uno scalatore, ma non c'è dubbio che alcuni climber hanno inclinazioni ben marcate verso un tipo specifico di arrampicata e Marco Sappa sicuramente non è immune dal fascino del crack climbing. Nell'estate del 2024 è riuscito a ripetere la mitica Sans Liberté, sulla parete nord-ovest del Pic Adolphe Rey, La vendetta del caduto (8a) sulla Chandelle du Tacul e L’enfer du décor (7c) a vista, sulla nord ovest dell’Aiguille du Midi. Facendo qualche salto indietro nel tempo, sempre nei dintorni di casa aveva aperto nel 2020 con il fratello Mattia La fessura di Gianfri, 8a trad al Nid Des Hirondelles, in Valgrisenche. Una via dedicata al papà Gianfranco, scomparso prematuramente in montagna.
Dopo un 2024 da protagonista – nonostante sia non troppo incline a inondare i social di contenuti- Marco è riapparso a latitudini completamente diverse in questo finale di 2025, dando notizia di una salita particolarmente significativa nel corso del suo viaggio negli Stati Uniti. La guida alpina valdostana è riuscita infatti a marcare la sesta salita di Necronomicon (5.13d/14a) a Moab, nello Utah. La fessura orizzontale era stata liberata nel 2011 da Jean-Pierre Ouellet ed era stata ripetuta solo cinque volte fino a oggi. I suoi lunghi incastri di pugno conducono a una sezione sostenuta di sei metri, che si restringe fino a diventare green size, rendendola una delle vie trad più impegnative al mondo, sia fisicamente che mentalmente. La salita non era stata ripetuta fino al 2019, quando Tom Randall e Pete Whittaker l'hanno salita entrambi. Nel 2022 l'hanno scalata Mary Eden e Bronwyn Hodgins.
Sappa racconta sul web come è nata e si è sviluppata questa avventura, tale fin dall'ideazione. “Non ci sono informazioni o guide e la zona è così vasta che è impossibile trovarla se non si sa dove si trova. Ci sono pochissime informazioni online. Ho iniziato a sognare. Ma i sogni devono sempre scontrarsi con la realtà: non è facile da raggiungere, e non è facile lasciare la famiglia per molto tempo, soprattutto con bambini piccoli, e inoltre, come per ogni buon progetto, ci potrebbero essere buone probabilità di fallimento. Onestamente, dopo l'entusiasmo iniziale, avevo accantonato un po' l'idea”.
Ma si sa, quando si insinua il tarlo è difficile scacciarlo e così, in autunno, dopo un allenamento che ha previsto anche la costruzione di uno specifico pannello in casa, Marco ha preso un volo ed è andato negli Stati Uniti per tentare di realizzare il proprio progetto. “Il primo tentativo è stato un po' uno shock: sembrava impossibile 'restare in piedi'; è davvero stretto, e oltre alle mani, il problema è che i piedi non ci stanno. L'altra grande difficoltà di Necronomicon è 'provarci'. Andare avanti e indietro sotto un soffitto non è molto comodo, e se si cade a lungo, bisogna risalire, ed è estenuante. Il tutto con un sacco di friend in mano. Inizialmente, mi sono concentrato sulla sezione difficile, e lentamente ho iniziato ad acquisire un po' di sicurezza con quegli incastri sfuggenti. E ho fatto tutti i movimenti individualmente. Mi sono abituato a sentire meglio i piedi e ad arrampicare con quella costante sensazione di precarietà”.
Il processo di apprendimento ha investito tanto il piano tecnico, quanto quello emotivo. “Nelle sessioni 4 e 5, sono caduto tre o quattro volte alla fine della sezione più difficile, facendo oscillazioni pazzesche e sfiorando i cespugli sottostanti. Onestamente, ho sentito una pressione che non avevo mai sentito prima, e mi sono anche sentito un po' in colpa nei confronti della mia famiglia. Più ti rendi conto che stai per avere successo, dopo aver investito così tanto, più è difficile, più è stressante. Bisogna tenere sotto controllo tutte queste emozioni e assicurarsi che non prendano il sopravvento. Non è stato facile. Il sesto giorno ce l'ho fatta al secondo tentativo ed è stata una emozione incredibile. Sicuramente la fessura più dura che abbia mai scalato, fisicamente e mentalmente”.