Un'immagine della nevicata ad Argentera, Cuneo © Facebook Meteo PiemonteAlpi imbiancate e Appennini in corsa lenta. L'Italia sta vivendo una fase meteorologica tipicamente invernale, con nevicate diffuse sulle montagne e un calo termico che segna l’arrivo della piena stagione della neve. La perturbazione che ha accompagnato le festività natalizie ha portato neve soprattutto sulle Alpi, mentre sugli Appennini la situazione resta più contenuta e variabile.
L’arco alpino italiano è stato il principale protagonista di questo ritorno del freddo e della neve. Gli accumuli più consistenti si sono visti sulle Alpi Occidentali (Piemonte, Valle d’Aosta) dove i fiocchi sono stati abbondanti e hanno imbiancato ampie aree di queste montagne, con accumuli importanti lungo il confine francese e nelle valli laterali. Località come Prato Nevoso, nel Cuneese, hanno visto oltre tre metri di neve a circa 1600 metri di quota. Nei settori più meridionali, come le Alpi Marittime francesi, la neve è scesa fin verso i 1200 metri. Nell'area del Monte Rosa e aree limitrofe, tra il Piemonte e la Valle d’Aosta, la neve si è depositata in modo consistente negli ultimi giorni. Anche in alcuni punti delle Alpi svizzere di confine si registra neve fresca, confermando la continuità dell’evento nevoso su tutto l’arco alpino occidentale. Alpi Centrali e Dolomiti: pur con variabilità a scala locale, anche i settori dolomitici e prealpini di Lombardia, Trentino e Veneto hanno visto nevicate negli ultimi giorni. Le Dolomiti, l’Alto Adige e la Valtellina hanno visto accumuli significativi sopra i 1500 metri. A est le nevicate sono state più localizzate e meno consistenti, influenzate da fattori meteorologici locali.
Sugli Appennini
Il quadro sugli Appennini è più sfumato rispetto alle Alpi. Se le montagne del nord accusano un innalzamento dell’innevamento fin dai primi giorni del maltempo, sugli Appennini centrali e meridionali la neve è stata più selettiva e meno abbondante:
Appennino Tosco-Emiliano e Umbro-Marchigiano: la neve, quando è arrivata, lo ha fatto a quote più elevate, generalmente oltre i 1400–1500 metri. Questo significa che molte delle aree interne hanno visto solo imbiancate alle quote alte, mentre a quote inferiori la precipitazione è stata mista con pioggia o neve umida.
Zone interne del Centro e Sud: la neve ha faticato ad accumularsi in modo significativo a causa di temperature un po’ più miti nei bassi strati. In molte valli appenniniche il manto bianco resta sporadico e discontinuo a fine dicembre, anche se restano condizioni favorevoli per futuri episodi di neve con l’ulteriore arrivo del freddo.
Cosa aspettarsi nei prossimi giorni
Secondo i modelli meteorologici a medio termine, la fase di maltempo potrebbe lasciare spazio a un periodo di freddo più stabile verso la fine dell’anno, con possibili nuove nevicate su Alpi e Appennini nei primi giorni di gennaio 2026. Se confermato, questo potrebbe portare a un ulteriore consolidamento della neve, anche su quote medie degli Appennini. Una buona notizia per l'ambiente, ma anche per gli amanti di sci e ciaspole, a cui ricordiamo di consultare sempre i bollettini Aineva e, prima di ogni uscita, di informarsi con le locali stazioni del Soccorso Alpino e con chi si trova sul posto. La sicurezza sempre al primo posto.