Maria Cardell in salita sul Nanga Parbat
Denis Urubko e Maria Cardella in cima al Nanga Parbat
La topo della via
Maria Cardell in cima al Nanga Parbat, fotografa da Denis Urubko
Denis Urubko
Denis Urubko e Maria CardellA poco più di una settimana dalla notizia dell'apertura di una nuova via sul Nanga Parbat, da parte diDenis Urubko e Maria Cardell, arrivano finalmente i primi dettagli sulla realizzazione.
La nuova via, aperta sulla parete Diamir si chiama, “Nezabudka” - “non ti scordar di me” - un tracciato tecnico, elegante e duro, aperto in stile alpino tra il 6 e il 10 luglio 2025. La nuova via omaggia sia il legame personale tra i due alpinisti sia i milioni di piccoli fiori blu che colorano il campo base del Nanga Parbat nella stagione estiva. Ma dietro la poesia del nome si cela un itinerario impegnativo: 3000 metri di dislivello su terreno misto affrontati con condizioni meteo spesso complicate con nevicate che hanno portato a un accumulo di 15-20 cm nei giorni della salita e venti che, nei giorni di vetta, hanno toccato i 90 chilometri orari.
Urubko e Cardell hanno affrontato la salita in completa autonomia: senza corde fisse, senza bombole di ossigeno e senza supporto esterno. E soprattutto, soli. Erano gli unici presenti sulla montagna in quei giorni, dopo che le ultime spedizioni avevano concluso le salite lungo la via normale (la Kinshoffer).
I dettagli della via
Il racconto dell’ascensione, pubblicato da Urubko su Mountain.ru, descrive un approccio sistematico, quasi scientifico, al tracciato. L’attacco è avvenuto dal ghiacciaio Ganalo e la progressione della via affronta una varietà di condizioni che lascia intendere il valore di quanto realizzato. Il primo giorno i due alpinisti hanno salito 14 lunghezze di corda su ghiaccio, con pendenze fino a 60 gradi, per poi proseguire durante la notte e completare altri 19 tiri su pendende di 80 gradi e sezioni rocciose di F4+. In alto, a circa 6900 metri si sono poi rovati di fronte a una sezione di misto valutata M4, lunga circa 300 metri. Una sezione chiave che permette l'accesso a una terrazza nevosa che porta al plateau sommitale. Da qui verso la vetta del Nanga Parbat per il trapezio sommitale. Secondo il racconto i due hanno raggiunto il punto più alto alle 11:30 del 10 luglio.
La linea si interseca per un breve tratto, tra i 6600 e i 6800 metri, con una via del 2009 tracciata da Gerfried Göschl e Louis Rousseau per poi proseguire in cresta
La nuova via, oltre a rappresentare un risultato tecnico di grande rilievo, ha anche un forte valore simbolico. Dedicata a Cardell, spesso protagonista silenziosa di salite importanti, e alla delicatezza resistente dei fiori di montagna, “Nezabudka” celebra la determinazione, l’eleganza e la forza condivisa di una cordata.
Un primato femminile
Secondo quanto raccontato da Urubko nessuna donna, prima di questa salita, aveva mai completato la salita di un Ottomila attraverso una nuova via in stile alpino. Un successo che è il frutto di dieci anni di collaborazione con Urubko, durante i quali la cordata ha avuto modo di aprire nuove vie, tentare una salita a Gasherbrum I e II, e vissuto momenti difficili come l’infortunio alla schiena di Cardell nel 2019. “È una linea elegante e logica, così tecnica da spingermi ai miei limiti fisici e mentali” ha dichiarato la Cardell. “Non sono euforica, ma serena. Tutto ha trovato posto, come in un puzzle”. La sua gratitudine verso Urubko è palpabile: “Ha una capacità sovrumana di concentrarsi. Il suo istinto, affinato dall’esperienza, ci ha salvato. La sua forza a 8000 metri è semplicemente unica”.