"Non mi basti mai", una via sulle orme di Gian Carlo Grassi

79 anni fa nasceva il grande scalatore, che sulla Cresta dei Prosces aveva aperto diverse vie. Migliano e Seffusatti questa estate hanno tracciato la loro: "Abbiamo vissuto un’avventura unica e pura percorrendo una parete bellissima, guidati dal nostro istinto"

La Cresta dei Prosces (3223 metri) rimane nel Vallone di Goui, che sostanzialmente è il prolungamento del più conosciuto Vallone di Noaschetta. È stato uno dei luoghi cari a Gian Carlo Grassi, che sulle sue placche verticali ha espresso con una dedizione del tutto particolare le proprie qualità alpinistiche. Proprio in questo 14 ottobre ricorrerebbe il suo 79esimo compleanno e quindi è un giorno speciale per ricordarlo, intrecciando la sua storia con quella di chi non era ancora nato, quando Grassi scalava sui Prosces. 

Sul granito rosso di quel paretone di oltre 400 metri, con roccia di ottima qualità, sono state aperte diverse vie da Grassi, al di là di quella sulla parete est, per la cosiddetta Torre Nera (1980, con A. Rochat, M. Bernardi, C. Giorda, C. Persico, F.Salino, TD sostenuto, VI-). Un paio sono nate sul finire dell'estate 1981: la via del Fatal pendente (D+, IV e V) e la via del Mistero di Nazca (TD, IV e V+). Due anni più tardi ne sono seguite altrettante: la Tawakal king (TD, VI) a sinistra dell'itinerario di Manera-Ribetti-Ferrero del 1982 e il Gioiello dei Prosces (TD, VI-), forse la più elegante per i movimenti d'arrampicata che richiede.
 

Fatto sta che questa estate, proprio sulle tracce degli scritti di Grassi, Andrea Migliano e Lisa Seffusatti sono andati a "mettere il naso" in quell'angolo remoto del Gran Paradiso, con le scarse informazioni disponibili per orientarsi su quasi 500 metri di parete, attrezzata all'essenziale e forse meno. 
I due alpinisti non volevano ripetere la via alla Torre Nera, ma trovare la propria salita; comunque hanno puntato il centro della parete, tenendosi però marcatamente più a destra. Andrea e Lisa hanno risalito un sistema di fessure e sono riusciti a dare vita a una via di 430 metri, difficoltà VIII+, obbligatorio VIII- con R3

L'hanno chiamata Non mi basti mai e la meraviglia di Migliano e Seffusatti traspare dalle parole che hanno affidato ai social. "Ci sono ancora pochi luoghi dove le informazioni scarseggiano o appartengono ad una altra epoca, le montagne sono intatte senza segnali di passaggio, dove solo il suono del vento e lo scorrere dell’acqua che scende dal ghiacciaio tengono compagnia. Noi l’acqua l’abbiamo presa anche sul viso al nostro risveglio nella piana, ai piedi del Gran Paradiso dove soffiava la tempesta! La Cresta dei Prosces è una montagna sconosciuta, lontana e irraggiungibile, inappetibile per i collazionatori di classiche, come per gli arrampicatori sportivi: rappresenta l’alpinismo più puro e non contaminato dalle ansie di successo. Così la descrive la vecchia guida Rock Paradise, nostra fonte di ispirazione". 
Andrea e Lisa si sono lasciati conquistare dalla voglia di avventura e ne hanno ricavato una esperienza unica, unendo la voglia di riscoprire la storia di quel luogo alla capacità di produrre un itinerario proprio, nato dalla loro sensibilità e da indiscutibili doti e sensibilità alpinistiche. "Noi ci siamo fatti attrarre e ci siamo tuffati nel passato, abbiamo vissuto un’avventura unica e pura percorrendo una parete bellissima guidati dal nostro istinto! È nata una via di qualità eccelsa!".