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Foto By bgwashburn - a Perseid, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=151558892Nella notte del 10 agosto, si è abituati fin da bambini a lanciare uno sguardo al cielo, alla ricerca delle “stelle cadenti”. Crescendo, la convinzione che nella Notte di San Lorenzo si manifesti un qualche particolare fenomeno astronomico, che veda la caduta massiva di stelle cadenti, inizia a perdersi. Si scopre infatti che quelle rapide scie luminose, che solcano il cielo notturno estivo, non siano propriamente stelle cadenti, e che il giorno migliore per osservarle non sia esattamente il 10 agosto.
Lo spettacolo celeste cui si assiste nelle settimane centrali dell'estate, con un picco di visibilità tra i giorni 11 e 13 agosto, è offerto infatti da uno sciame meteorico. Ogni anno, tra la fine di luglio e la fine di agosto, la Terra si trova ad attraversare, nel suo percorso orbitale attorno al Sole, una nuvola di detriti, detti meteoroidi, originatisi dalla cometa 109P/Swift-Tuttle per effetto di sublimazione del ghiaccio che ricopre il nucleo roccioso, con conseguente rilascio di piccole particelle di roccia, che vanno a costituire una coda di polveri.
Nel momento in cui la Terra si trovi a incrociare tale coda, i detriti, che presentano una dimensione variabile da quella di un sassolino a un granello di sabbia, entrano in contatto ad altissima velocità con l'atmosfera terrestre e, in conseguenza del forte attrito, letteralmente bruciano, dando origine alle scie luminose che, erroneamente siamo soliti chiamare stelle cadenti, ed altro non sono se non meteore.
Lo sciame meteorico di agosto è noto con il nome di Perseidi, questo perché le meteore, dal nostro punto di osservazione terrestre, sembrano “cadere” tutte dallo stesso punto, corrispondente alla costellazione di Perseo. Per non perdere lo spettacolo, il consiglio è di cercare luoghi in cui sia minimo l’inquinamento luminoso. E dove, se non in montagna!
In Italia abbiamo una vasta abbondanza di borghi o zone lontane dalle aree urbane in cui l’illuminazione artificiale abbia basso impatto, consentendoci di ammirare la volta celeste e riuscire anche a distinguere nitidamente la Via Lattea. Ma in particolare, vi sono due località, riconosciute a livello internazionale come “Starlight Stellar Parks”, letteralmente “Parchi della Luce Stellare”.
I due “Parchi stellari” d'Italia
La certificazione "Starlight Stellar Park" è rilasciata dalla fondazione spagnola Fundación Starlight, con il supporto di organizzazioni come l'UNESCO e l'Unione Astronomica Internazionale, per identificare località caratterizzate da alta qualità del cielo, povere di inquinamento luminoso, dunque perfette per l'osservazione astronomica.
La lista dei "Parchi stellari” è in continua crescita. In Italia ne sono stati riconosciuti 2:
- Il vallone di Saint-Barthélemy in Valle d'Aosta, che è stato il primo in Italia a ricevere la certificazione nel 2020.
- Il GAL Hassin a Isnello, in Sicilia, certificato come Starlight Stellar Park nel 2021.
Vallone di Saint-Barthélemy. A ricevere la prima certificazione di Starlight Stellar Park in Italia, è stata una piccola frazione montana del Comune valdostano di Nus, Lignan. Un riconoscimento raggiunto grazie all’impegno dell’amministrazione comunale e dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, promotori del progetto “EXO/ECO – Esopianeti – Ecosostenibilità – Il cielo e le stelle delle Alpi, patrimonio immateriale dell’Europa”, finanziato dal Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2014/20, finalizzato a ridurre drasticamente l'inquinamento luminoso per preservare la qualità del cielo notturno, garantendo al contempo l'illuminazione necessaria per la sicurezza e la vita quotidiana del paese. Obiettivo raggiunto attraverso l’installazione di lampioni la cui luce è direzionata esclusivamente verso il basso.
Centro GAL Hassin e Chiesa della SS. Annunziata. Il secondo Starlight Stellar Park italiano, si trova all’altro estremo dello Stivale, in Sicilia, nel cuore del Parco Naturale delle Madonie. Il GAL Hassin è un Centro per la Ricerca e la Didattica e Divulgazione delle Scienze Astronomiche, inaugurato nel Comune di Isnello nel 2016, il cui nome, “Hassin” è un termine di origine siriaca, con significato di “torrente freddo”. Fu così che gli Arabi, giunti in Sicilia, denominarono Isnello. Dal 2015 il Comune di Isnello ha sviluppato un piano di illuminazione volto ad abbattere l’inquinamento luminoso del paese. All'interno dell'area certificata come Starlight Stellar Park, ricade la Chiesa della Santissima Annunziata. Un edificio storico risalente al XVII secolo, che è oggi anche un importante polo didattico. Sulla sua facciata esterna, dal 2013, è presente un orologio solare di 2,6 metri, creato dallo gnomonista Giovanni Paltrinieri, il cui nome è legato anche alla realizzazione degli orologi solari presenti presso il GAL Hassin. All'interno del campanile della Chiesa si trova invece un Pendolo di Foucault, progettato dal Prof. Romano Serra dell'Università di Bologna. Questi due strumenti astronomici fanno parte di un percorso didattico-scientifico promosso dal Comune.