Nuovo osservatorio astronomico FlyEye sul Monte Mufara, nel Parco delle Madonie

Il Cai lancia l’allarme a tutela dell’integrità dell’ambiente montano: il sito prescelto per la costruzione del nuovo osservatorio che si trova in zona A, riserva integrale a protezione assoluta, non è derogabile con le norme attuali, come affermato in questi due anni dalle associazioni di protezione ambientale siciliane. I vincoli ambientali e paesaggistici potrebbero essere derogati con una norma ad hoc approvata dal CdM.
Il Monte Mufara © Mario Vaccarella

Nuovo osservatorio astronomico FlyEye sul Monte Mufara, nel Parco delle Madonie. Il Cai lancia l’allarme a tutela dell’integrità dell’ambiente montano: “il sito prescelto per la costruzione del nuovo osservatorio che si trova in Zona A, riserva integrale a protezione assoluta, non è derogabile con le norme attuali”, come affermato in questi due anni dalle associazioni di protezione ambientale siciliane. I vincoli ambientali e paesaggistici potrebbero essere derogati con una norma ad hoc approvata dal CdM.

L’osservatorio astronomico Flyeye resterà sulle Madonie, lo ha annunciato ieri il Governo per il quale l’osservatorio “è strategico”. La decisione è stata presa nel Consiglio dei Ministri del 7 agosto, e la norma è stata inserita nel decreto “Asset e investimenti”. Il sito prescelto sul Monte Mufara per la costruzione del nuovo osservatorio astronomico Flyeye dell’Agenzia Spaziale Europea, si trova in zona A, che è una riserva integrale a protezione assoluta. Per permettere la realizzazione dell’opera, i vincoli ambientali esistenti potrebbero essere derogati con una norma ad hoc. Il Cai lancia l’allarme e invita a non forzare le procedure e a rispettare i vincoli della normativa attuale

Questa posizione riferita all’area sottoposta a vincoli reali, è stata sempre tenuta sin dall’inizio dal Gruppo Regionale Sicilia del Club Alpino Italiano e dalle altre Associazioni ambientaliste, che hanno nel tempo rilevato con forza che “tutti gli attori in gioco, non hanno tenuto nella giusta considerazione i vincoli sull’area, manifestando chiaramente una forzatura sulle procedure, non possibile con la normativa attuale”, come afferma il delegato nazionale CAI all’ambiente Mario Vaccarella, residente nel territorio interessato. 

Le associazioni ambientaliste del territorio sin dall’inizio hanno chiesto alle istituzioni di valutare un’altra area, anche limitrofa, invece di “violentare” un’area integra collegata a Monte Quacella – rilievo di rara e selvaggia bellezza e di grande importanza ambientale - e di recare un danno rilevante a un Geopark come il Parco delle Madonie, in un’area Monte Mufara , dove già insistono altre strutture, causando un effetto cumulo.


Le associazioni di protezione ambientale, tra cui il Club Alpino Italiano, hanno da sempre ritenuto l’Osservatorio un’opera strategica e utile, opera che ricade sul territorio del comune di Petralia Sottana (part.lla 19) e non di Isnello come erroneamente viene talvolta comunicato. Con la recente scelta, il Governo e la Regione Sicilia manifestano l'intenzione di non tenere adeguatamente conto di quanto previsto nell’articolo 9 della Costituzione che recita: “La Repubblica…. tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni.” Scelta che va contro i principi di rispetto dell’Ambiente naturale, invece di aprire un confronto per una revisione del progetto e del sito scelto, come richiesto sin dall’inizio dalle associazioni.

Il rispetto per la montagna e la sua tutela, è uno degli obiettivi del Club Alpino Italiano , inserito all’art.1 del proprio Statuto, e l’osservanza per le regole attuali - afferma il Presidente generale Antonio Montani - sono principi sacrosanti rispetto a qualsiasi opera strategica. Questa, con un po’ di buon senso, potrebbe essere collocata in altro sito”. Auspicio che era già stata scritto in una nota inviata all’ESA nel 2022 dalla Presidenza generale del Cai.

Il sito dove dovrebbe essere posizionato l'osservatorio © Mario Vaccarella