Ospedale Bambino Gesù: Babbo Natale arriva in corda doppia grazie al CNSAS Lazio

Un Natale che prende forma dall’alto: al Bambino Gesù di Roma l’arrivo di Babbo Natale dal tetto diventa un gesto di vicinanza concreta, capace di regalare emozioni profonde ai piccoli pazienti, alle loro famiglie e agli stessi soccorritori.

Ci sono gesti che, pur ripetendosi nel tempo, non perdono mai la capacità di emozionare. Al Bambino Gesù di Roma, anche quest’anno, è bastato alzare lo sguardo verso il cielo per assistere a qualcosa che va oltre lo spettacolo e si trasforma in magia.

Dal tetto del Padiglione Giovanni Paolo II, dieci Babbo Natale del Soccorso Alpino e Speleologico Lazio si sono calati lungo la facciata dell’edificio. Funi, imbragature e dispositivi di sicurezza: strumenti di lavoro quotidiani che, per una volta, hanno assunto un significato diverso, diventando il filo sottile che unisce competenza tecnica ed emozione pura.

L’iniziativa, promossa dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con il CNSAS, ha restituito al Natale il suo valore più autentico. I doni preparati dal Dipartimento e consegnati ai bambini sono il segno tangibile di una Protezione Civile che sa essere vicina alla popolazione non solo nelle emergenze, ma anche nei momenti di fragilità quotidiana, insieme a strutture operative d’eccellenza come il Soccorso Alpino e Speleologico.

Dopo la discesa, l’incontro con i piccoli pazienti e le loro famiglie presso il Castello dei Giochi, antistante la ludoteca della sede del Gianicolo, ha completato una giornata carica di significati. Gli sguardi accesi dei bambini, l’entusiasmo incontenibile, la sorpresa sincera hanno restituito, anche solo per qualche istante, una normalità preziosa a chi affronta percorsi di cura delicati e complessi.

E non erano emozionati solo i bambini. Come accade ogni anno, anche i soccorritori si sono lasciati coinvolgere da un sentimento profondo, consapevoli che un gesto per loro quasi banale – una semplice calata in corda doppia – possa trasformarsi, agli occhi di chi guarda da una finestra d’ospedale, in qualcosa di unico e irripetibile. In quei momenti non sono tecnici o operatori specializzati, ma esseri umani, capaci di incarnare il coraggio, la protezione e la vicinanza.

In quell’incontro sospeso tra cielo e terra, il Natale ha trovato una delle sue forme più autentiche. Non un evento, ma una presenza. Non una dimostrazione di forza, ma un atto di umanità condivisa.