Parco dello Stelvio, l'improvvisa e inspiegabile scomparsa della lupa Ludovica

Allarme nel Parco dello Stelvio: cessato il segnale del radiocollare della lupa simbolo del branco del Tonale. Tra le ipotesi domina il bracconaggio.

Il Parco Nazionale dello Stelvio ha annunciato nei giorni scorsi la scomparsa improvvisa, e al momento inspiegabile, di Ludovica, lupa simbolo del branco del Tonale, dotata da una manciata di mesi di radiocollare.

L'animale, una femmina nata nel 2023, era diventata la prima lupa catturata nel settore lombardo dell’area protetta, il 1° aprile 2025. Un risultato scientifico di rilievo ottenuto nell’ambito del progetto nazionale WolfNext, finanziato dal Ministero dell’Ambiente. La sua cattura, frutto di mesi di preparazione e di un grande impegno tecnico e veterinario, aveva permesso di dotarla di un radiocollare GPS-VHF di ultima generazione.

Il segnale, tuttavia, è cessato di colpo a inizio ottobre. Stando alle rilevazioni, l'ultima localizzazione risale alla mattina del 28 settembre nei boschi sopra Vermiglio, in Val di Sole. I tentativi di localizzazione manuale e le fototrappole hanno fallito.

La perdita è stata immediatamente inquadrata come un grave danno. Come sottolineato nel post pubblicato sui social del Parco, “La scomparsa del segnale rappresenta una perdita scientifica e gestionale di grande rilievo”. 

"Il lavoro necessario per catturare un lupo è enorme e non si tratta di un capriccio di ricerca, ma di uno strumento fondamentale di gestione", chiarisce l'ente. Uno strumento che consente agli esperti di seguire i movimenti dei lupi ed essere così in grado di “prevenire conflitti, proteggere le greggi e costruire una convivenza più solida.

Le ipotesi al vaglio includono un malfunzionamento del dispositivo o un allontanamento, ma i ricercatori ritengono queste opzioni poco probabili, portando l’attenzione su scenari più drammatici: “la possibilità che l’animale sia stato vittima di un atto di bracconaggio o di altro tipo di incidente”.

Questa preoccupazione è stata espressa con profondo rammarico da Franco Claretti, Direttore del Parco: “È un dispiacere profondo, per l’impegno che tutti abbiamo dedicato a questo progetto e per la consapevolezza che dietro ogni dato c’è un lavoro silenzioso e condiviso, volto a rendere possibile la coesistenza tra l’uomo e il lupo nel cuore delle Alpi.”

 

ENPA: “Ipotesi bracconaggio sempre più fondata”

L’ipotesi del bracconaggio è fortemente sostenuta dall’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), ritenendo il guasto tecnico poco plausibile, dato che il dispositivo era progettato per trasmettere anche in caso di morte dell'animale, e un "blackout totale" suggerirebbe un "intervento umano"

La reazione dell’ENPA è stata durissima, parlando di crimine. Ivana Sandri, etologa ENPA e presidente della sezione di Rovereto, ha dichiarato: “si tratterebbe di un plurimo delitto: non “solo” commesso contro un animale ancora particolarmente protetto secondo la legge nazionale, ma verso la scienza e anche verso le persone del luogo che si vedono private di uno strumento – lo studio del comportamento di Ludovica – destinato proprio ad un futuro più sereno e sicuro per tutti”.

L’ENPA ha inoltre annunciato l'invio di segnalazioni formali alla Procura della Repubblica e al Comando dei Carabinieri, chiedendo indagini approfondite per accertare le responsabilità. L’appello rivolto al Ministro dell’Ambiente è esplicito: intervenire per porre fine alla catena di atti illegali che stanno decimando i grandi carnivori del Trentino. 

“La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato – commenta l’ente - . Chi la elimina, compie un reato contro la collettività tutta”.

A evidenziare la crescente frequenza in Trentino di eventi che vedono come vittime esemplari della fauna selvatica, è anche l’associazione “Io non ho paura del lupo”, impegnata nella conservazione del lupo in Italia e in Europa, e nella promozione della sua coesistenza con le attività umane. “La sparizione della lupa Ludovica nel Parco Nazionale dello Stelvio – scrive l’associazione -  rappresenta l’ennesimo episodio di una stagione drammatica per la fauna protetta del Trentino".

Tra questi, il ritrovamento di due orsi morti a Caldes in pochi mesi. Episodi che rischiano di "consolidare un’immagine di territorio ostile ai grandi carnivori", alimentando un contesto di crescente polarizzazione, in cui l'ostilità e la paura nei confronti di specie protette come il lupo e l'orso vengono sistematicamente fomentate. Anche da parte dell’associazione viene pertanto fatta richiesta di procedere a “indagini celeri e rigorose”

“Rivolgiamo un appello alla Procura competente – le parole di Daniele Ecotti, Presidente di “Io non ho paura del lupo” - questo caso non può aggiungersi alla lista dei fascicoli archiviati senza esito. Il numero crescente di episodi irrisolti costituisce una falla evidente nel sistema di tutela. Sono necessari mezzi investigativi adeguati e coordinamento tra le forze dell’ordine. Le continue archiviazioni equivalgono a svuotare di significato le norme di protezione ambientale.”