Patagonia: doppia impresa per Besser e Lira che salgono il Lautaro e il Mariano Moreno

Gli alpinisti cileni hanno completato in pochi giorni due ascensioni rare nel cuore del Campo de Hielo Sur, tra nebbie, crepacci e una finestra di bel tempo quasi miracolosa.

Un viaggio nel cuore dell’ultimo grande deserto bianco. È quello compiuto dagli alpinisti cileni Pablo Besser ed Elías Lira, protagonisti di una rara doppia ascensione sulle montagne più inaccessibili del Campo de Hielo Sur, in Patagonia: il Volcán Lautaro (3609 m) e la vetta principale del cordón Mariano Moreno (3442 m), una cima raramente visitata. A darne notizia è il portale argentino, Patagonia Vertical.

La spedizione è iniziata ai primi di novembre, con l’ingresso sul ghiacciaio attraverso il passo Marconi, porta d’accesso a una distesa di ghiaccio che sembra non finire mai. L’obiettivo dei due era chiaro: sfruttare una brevissima finestra di bel tempo per le salite. Ma, questa volta a differenza di molte altre, la Patagonia ha concesso un margine extra.

 

Il Lautaro

La scalata al Lautaro è partita in piena notte. Guidati solo da GPS e intuito, i due hanno affrontato condizioni difficili, con una nebbia fitta che ha complicato le cose. Poi, all’improvviso, la svolta: il cielo si apre, la cresta finale compare, il vento tace. Un “regalo”, come lo definiscono gli alpinisti. Dopo 11 ore di salita e oltre 2000 metri di dislivello, i due raggiungono la doppia cima del Lautaro in un silenzio quasi sacro. “Mi sono messo a piangere. Ho abbracciato Elías” ha confidato Besser.

 

Il Mariano Moreno

Dopo un giorno di recupero, la spedizione ha ripreso la marcia, direzione sud. L’obiettivo: la remota parete nord del Mariano Moreno. Il campo è stato montato al passo Moreno, ai margini di un’area dove il vento non concede tregua. Anche qui la partenza è notturna, alle 3 del mattino. I primi raggi del sole tingono l’orizzonte di un rosso violento mentre i due raggiungono il grande spallone della montagna. Qui vengono lasciati gli sci sci e gli ultimi tratti vengono affrontati con i ramponi. Una falsa cima li rallenta: la vetta vera è più avanti, separata da un tratto esposto.

Quando infine raggiungono la cima principale, la vista è totale: a est svettano il Cerro Chaltén e il Cerro Torre, a sud il ghiacciaio Upsala, il Murallón e la catena della Falla Reichert; a ovest il massiccio del Riso Patrón, a nord il lago Greve e il Lautaro appena scalato. La salita richiede 7 ore; la discesa, questa volta, è veloce. 

Non c'è pausa, il giorno successivo i due attraversano oltre 20 chilometri di ghiacciaio per rientrare verso il Marconi e verso un luogo dove ripararsi per la notte. Ma la Patagonia non regala nulla. Esaurite le forze, Besser e Lira raggiungono Piedra del Fraile, dove speravano di trovare un posto per campeggiare. Sprovvisti di contanti, però, non viene loro concesso di mettere giù la tenda. Sono così costretti a proseguire sotto una pioggia battente accompagnata da fulmini e tuoni.

La doppia salita di Lautaro e Mariano Moreno rappresenta un risultato eccezionale: due cime isolate, difficili da raggiungere e ancor più da scalare. Un’impresa che nel mondo dell’alpinismo patagonico ha già il sapore del racconto destinato a restare.