Diego Dellai in pareteCalalzo di Cadore si prepara a diventare, per qualche settimana, il cuore pulsante dell’alpinismo e della cultura delle Dolomiti. È qui che il prossimo 26 luglio, in località San Giovanni, si terrà la cerimonia di premiazione della 27ª edizione del Pelmo d’Oro, un riconoscimento nato nel 1998 per volontà della Provincia di Belluno con l’intento di valorizzare le eccellenze che operano in montagna, per la montagna e con la montagna nel cuore.
Come ogni anno, il Premio non si limita alla sola consegna dei riconoscimenti: diventa l’occasione per una vera e propria festa della montagna, che si svilupperà già a partire dal 4 luglio tra incontri, mostre, concerti, approfondimenti e momenti conviviali. Un mese intenso, animato dallo spirito delle terre alte e da quella passione condivisa che è l’anima stessa di questo riconoscimento.
I protagonisti del 2025
A ricevere il Pelmo d’Oro per l’alpinismo in attività sarà Diego Dellai, alpinista originario di Tonezza del Cimone ma ormai profondamente legato al mondo agordino. Dellai è uno di quei nomi che non cercano riflettori, ma che nella discrezione hanno saputo lasciare un’impronta indelebile. La giuria lo premia per la “Diretta dei quattro gatti”, tracciata sulla parete nord dell’Agner, ma anche per l’attenzione a uno stile tradizionale e rispettoso. Un alpinismo pulito, senza forzature, che dialoga con la roccia più che sfidarla.
Per la carriera alpinistica, il riconoscimento va ai fratelli Michal e Miroslav Coubal, alpinisti cecoslovacchi che, dagli anni Settanta ai Novanta, hanno aperto vie ardite e impegnative sulle Dolomiti, affrontando le grandi pareti con lo stile sobrio e minimalista appreso sulle torri di arenaria boeme. Un premio che dà visibilità a due protagonisti forse rimasti in secondo piano, ma che hanno lasciato una traccia profonda nella storia verticale delle Dolomiti.
Il Pelmo d’Oro per la cultura alpina è invece assegnato a Giorgio Fontanive, perito minerario e giornalista, presidente del Cai di Agordo e instancabile divulgatore delle sue montagne. Oltre un centinaio gli articoli pubblicati, una vita intera spesa a studiare, raccontare e far conoscere l’Agordino in ogni suo aspetto: dalla geologia alla toponomastica, dalla storia alla cultura popolare. La sua è una narrazione scientifica, ma animata da un profondo amore per la sua terra.
I premi speciali: arte, cura e parole
Accanto ai premi principali, il Pelmo d’Oro 2025 assegna anche tre riconoscimenti speciali, segno di una visione ampia e trasversale della cultura della montagna.
Il Premio Dolomiti Unesco va a Riccarda de Eccher, artista e alpinista, nota per i suoi delicati acquerelli montani. La sua arte è un atto d’amore verso le Dolomiti, e in particolare verso il Pelmo, che lei stessa dice di sentire “quasi come una malattia” per la forza emotiva con cui la coinvolge.
Il Premio Giuliano De Marchi viene assegnato ad Alfio De Sandre, medico bellunese, fondatore del centro di oncologia di Auronzo, che ha saputo portare avanti, anche da pensionato, un messaggio forte di solidarietà e cura nel segno della montagna che si fa comunità.
Infine, il Premio speciale della Provincia di Belluno va a Francesco Chiamulera, ideatore della rassegna “Una montagna di libri” e promotore della cultura dolomitica, anche in vista delle prossime Olimpiadi invernali di Cortina 2026. Con la sua attività, Chiamulera restituisce alla montagna una voce viva, colta, aperta al mondo.
La montagna che racconta se stessa
Il Pelmo d’Oro non è solo una premiazione. È un momento di riflessione, di racconto, di condivisione. È la montagna che parla di sé, attraverso le vite di chi la vive, la esplora, la studia, la racconta o la cura. Il 26 luglio, dunque, sarà festa grande a San Giovanni. E intorno a quei nomi che riceveranno il premio, ci saranno tanti volti, storie, mani che si stringono, parole che si ascoltano. Perché la montagna, prima di tutto, è incontro.