Aleš Česen e Tom Livingstone in cima al Gasherbrum III
Il Kaqur Kangri. Foto Spencer Gray-AAJ
Il Yashkuk Sar. Foto Dane Steadman-AAJ
Il Gasherbrum III. Foto Jacek Wiltosinski-AAJLa giuria internazionale del Piolets d’Or ha annunciato le tre ascensioni vincitrici dell'onorificenza tra le molte significative salite realizzate nel corso 2024. Il riconoscimento va a premiare imprese che incarnano i valori fondamentali dell’alpinismo: esplorazione, stile, difficoltà e rispetto per la montagna. A evidenziare l'alto livello dell'alpinismo contemporaneo, la giuria ha tenuto a sottolineare come quest'anno la qualità e la varietà delle salite candidate, provenienti da numerose nazioni, abbiano reso la selezione particolarmente complessa.
Per il secondo anno consecutivo, la cerimonia del Piolets d’Or si svolgerà in dicembre a San Martino di Castrozza, prima località delle Dolomiti ad aver ospitato questo prestigioso evento. Ma ora, andiamo a vedere quali sono le salite vincitrici, in ordine casuale.
Kaqur Kangri (6859 m), Himalaya – Nepal
La prima ascensione della cresta sudovest del Kaqur Kangri - conosciuto anche come Kanti Himal - ha rappresentato una delle imprese più notevoli dell’anno. Gli statunitensi Spencer Gray e Ryan Griffiths, accompagnati inizialmente da Matt Zia, hanno aperto una nuova via di 1670 metri (5.10 A0 M7 WI5) sul remoto massiccio dell’Himalaya occidentale, completando la traversata della montagna e la discesa lungo la cresta nord-ovest, fino ad allora mai salita.
La spedizione ha dovuto affrontare otto giorni di marcia fino al campo base a 4700 metri e condizioni tecniche complesse su gneiss granitico, ghiaccio e terreno misto. Dopo un primo tentativo interrotto, Gray e Griffiths hanno completato la salita in stile alpino, raggiungendo la cima il 31 ottobre 2024 e rientrando alla base nello stesso giorno.
Per la giuria, si tratta di un’ascensione tecnicamente impegnativa e dallo stile impeccabile, che ha anche un forte valore esplorativo: un messaggio agli alpinisti di oggi, ricordando che l’Himalaya conserva ancora molte mete vergini e straordinarie opportunità d’avventura.
Gasherbrum III (7952 m), Karakorum – Pakistan
La seconda salita premiata è la prima salita della cresta ovest del Gasherbrum III, realizzata da Aleš Česen (Slovenia) e Tim Livingstone (Regno Unito) aprendo la via Edge of Entropy. In cinque giorni, dal 31 luglio al 4 agosto 2024, i due alpinisti hanno realizzato un tracciato che supera quasi 3000 metri di dislivello dal campo base alla vetta, completando una traversata integrale della montagna con discesa lungo la parete est e la via normale del Gasherbrum II.
Fino a oggi il Gasherbrum III, vetta di 7952 metri, era stato salito solo due volte: la prima nel 1975 da una spedizione polacca, la seconda nel 2004 da un team basco. La nuova via segna dunque il ritorno su una montagna poco frequentata, con un approccio leggero e in pieno stile alpino.
La giuria ha definito questa salita una delle più impegnative dell’anno, unendo difficoltà tecniche, quota elevata e un eccellente spirito d’avventura. Una prova concreta che anche sulle montagne più alte del mondo è ancora possibile vivere esperienze autentiche e innovative.
Yashkuk Sar (6667 m), Karakorum – Pakistan
La terza ascensione premiata è la prima salita del Yashkuk Sar, nel massiccio del Batura Muztagh, realizzata dagli statunitensi August Franzen, Dane Steadman e Cody Winckler. La loro via, Tiger Lily Buttress (2000 m, AI5+ M6 A0), percorre l’imponente pilastro nord della montagna, con discesa sul versante ovest e lungo la parte inferiore della parete nord.
Il trio ha operato nel remoto Ghiacciaio Yashkuk Yaz, ai confini con l’Afghanistan, in una zona raramente visitata. Dopo un’intensa fase di acclimatazione e due bivacchi tra i 5600 e i 5900 metri, gli alpinisti hanno completato la salita tra il 19 e il 23 settembre 2024. La discesa, complessa e lunga, ha richiesto numerose calate su terreno misto.
Secondo la giuria, la spedizione americana incarna lo spirito puro dell’alpinismo: ricerca, rischio calcolato, determinazione e curiosità. Un approccio giovane e visionario che coniuga difficoltà tecnica e vera esplorazione.