Zecca © PixabayCon l’arrivo dei primi caldi, escursionisti, sportivi e amanti della natura tornano a frequentare boschi, sentieri e pascoli. Ma proprio la primavera è anche il momento in cui tornano attive le zecche, piccoli parassiti che possono trasmettere all’uomo alcune malattie, in alcuni casi anche gravi. Conoscerle è il primo passo per evitarle e vivere l’outdoor in sicurezza.
Cosa sono le zecche e perché pungono
Le zecche sono acari ematofagi, ovvero si nutrono di sangue. Per farlo si attaccano alla pelle degli animali e degli esseri umani con un apparato boccale a uncino, difficile da notare e spesso indolore. Questo comportamento le rende efficienti vettori di malattie, perché possono trasmettere virus, batteri o parassiti presenti nel loro organismo.
Nel nostro Paese, il tipo di zecca più comune in montagna è Ixodes ricinus, nota anche come zecca dei boschi. Vive in ambienti freschi e umidi, come i sottoboschi, le radure, le siepi e i pascoli fino a 2000 metri di quota. La sua attività inizia in primavera, raggiunge il picco nei mesi estivi e può protrarsi fino all’autunno, a seconda del clima.
Le malattie trasmesse dalle zecche
Le zecche possono trasmettere diverse malattie, tra cui la malattia di Lyme e l'encefalite da zecche (TBE).
La malattia di Lyme è la malattia da zecca più diffusa in Europa. Causata dal batterio Borrelia burgdorferi, la borreliosi di Lyme si trasmette generalmente dopo almeno 24–48 ore dalla puntura di una zecca infetta. Il primo segno è spesso un’eruzione cutanea detta eritema migrante, una chiazza rossa che si allarga ad anello intorno al punto di morso. Se non trattata in tempo, può provocare sintomi sistemici come febbre, dolori muscolari e articolari, fino a colpire il sistema nervoso (neuroborreliosi) o il cuore. Per fortuna, con una diagnosi precoce e una terapia antibiotica adeguata, la malattia si cura efficacemente. In Italia è più frequente nelle regioni del Nord, in particolare in Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria e Lombardia.
L'encefalite da zecche è invece molto meno diffusa ma più insidiosa. Si tratta di una malattia virale trasmessa anche in poche ore dal morso di una zecca. Inizia con sintomi simil-influenzali, ma in una parte dei casi può evolvere in meningite o encefalite, soprattutto negli adulti. Non esiste una cura specifica, solo terapie di supporto. Esiste però un vaccino efficace, raccomandato nelle aree endemiche come alcune zone alpine del Trentino-Alto Adige. In Austria e in Germania la vaccinazione è molto diffusa, mentre in Italia sta crescendo l’attenzione anche grazie a campagne informative recenti del Ministero della Salute.
Anche se più rare, esistono altre infezioni trasmesse dalle zecche in Italia ed Europa:
Anaplasmosi: malattia batterica con febbre, dolori muscolari e affaticamento.
Babesiosi: simile alla malaria, colpisce i globuli rossi, più comune in animali ma segnalata anche nell’uomo.
Rickettsiosi: provocata da Rickettsia spp., con febbre e rash cutaneo.
Febbre ricorrente da zecche: causata da Borrelia miyamotoi, recentemente rilevata anche in Europa.
Tutte queste patologie sono in genere trattabili con antibiotici, ma la diagnosi non è sempre immediata perché i sintomi iniziali sono aspecifici.
Come proteggersi
Per ridurre il rischio di punture di zecca durante le escursioni in montagna, è consigliabile adottare alcune precauzioni:
Abbigliamento adeguato: indossare pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe, preferibilmente di colore chiaro per individuare più facilmente le zecche. Infilare i pantaloni nei calzettoni e utilizzare scarpe chiuse.
Utilizzo di repellenti: applicare repellenti specifici per zecche sulla pelle esposta e sugli indumenti.
Evitare il contatto con la vegetazione: camminare al centro dei sentieri, evitando di sfiorare l'erba alta o i cespugli.
Controllo post-escursione: al termine dell'escursione, ispezionare attentamente il corpo e gli indumenti per individuare eventuali zecche. Particolare attenzione va prestata alle zone calde e umide del corpo, come ascelle, inguine e dietro le ginocchia.
Cosa fare in caso di puntura
Se si trova una zecca attaccata alla pelle, è importante rimuoverla il prima possibile per ridurre il rischio di trasmissione di malattie. Utilizzare una pinzetta a punta fine per afferrare la zecca il più vicino possibile alla pelle e tirare delicatamente senza torcere. Dopo la rimozione, disinfettare la zona con un antisettico. È sconsigliato l'uso di alcol, olio o calore per rimuovere la zecca, poiché questi metodi possono aumentare il rischio di infezione.