© LegambienteBandiere verdi per Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, le regioni che realizzano più progetti che mettono al centro la sostenibilità ambientale; seguono il Piemonte e il Veneto. A dirlo è Legambiente che sabato 3 maggio, durante il IX Summit nazionale delle Bandiere Verdi, a Orta San Giulio in provincia di Novara, ha consegnato ben 19 bandiere verdi. A riceverle sono state comunità locali, singoli cittadini, associazioni, cooperative, amministrazioni, aree protette che adottano un approccio sempre più sostenibile anche per fronteggiare crisi climatica e lo spopolamento dei piccoli borghi. La consegna è avvenuta nell'ambito del convegno "Comunità in transizione: dai frammenti alla visione".
Dal 2002 Legambiente assegna bandiere verdi e nere alle regioni alpine a seconda delle buone o cattive pratiche al centro dei progetti promossi attraverso la campagna d'informazione "Carovana delle Alpi". Nasce per raccontare il territorio alpino, un'ecosistema fondamentale per la conservazione della biodiversità in Europa, reso fragile dai mutamenti climatici e da uno sfruttamento eccessivo delle risorse. Come si legge nella copertina del report "La Carovana delle Alpi 2025", le bandiere verdi vengono assegnate alle "visioni alte: il coraggio sostenibile della Montagna", mentre quelle nere alla "natura violata: il prezzo di un progresso superato".
Storie di sostenibilità
Quattro bandiere verdi per il Piemonte e per il Friuli Venezia Giulia, tre per Lombardia e Veneto, due per il Trentino, una per l'Alto Adige e la Liguria. I progetti vincitori sono i più disparati, ma riducibili a tre ambiti fondamentali: progetti socio-culturali, legati al turismo sostenibile, all' agricoltura pastorale e forestale.
Al centro di questi progetti c'è la sostenibilità ambientale: l'attenzione e la cura per il territorio montano passano inevitabilmente da quest'ultima. Non basta solo far conoscere il territorio e attrarre turisti, è necessario prendersene cura e incentivare un ritorno abitativo in queste terre, per rafforzare le comunità locali.
L'attenzione alla sostenibilità è cresciuta negli ultimi 23 anni, come testimoniano le 302 bandiere verdi che Legambiente ha assegnato lungo tutto l'arco alpino dal 2002 ad oggi.
Lo conferma Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: "La nostra Penisola custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo. Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani. In questo percorso, però, è importante non lasciare sole le comunità locali. Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale ".
I progetti vincitori
Diciannove i progetti vincitori. Tra questi, c'è quello della Cooperativa VISO A VISO nel cuore del piccolo borgo di Ostana, in provincia di Cuneo. Nata nel 2020, porta avanti una serie di servizi e attività incentrate su benessere, salute, welfare comunitario, turismo sostenibile e che hanno permesso al piccolo borgo piemontese di rinascere.
C'è la storia della pastora e scrittrice Marzia Verona che ha deciso di vivere in quota portando avanti l’attività pastorale; l’Azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine (SO) che segue e adotta i principi dell’agroecologia, coltivando ortaggi, fagioli autoctoni e patate antiche della biodiversità alpina; l’associazione “Progetto Lince Italia", a Tarvisio, impegnata nello studio della lince specie a rischio; il rifugio Alpino Vallorch gestito dall’associazione “Lupi, Gufi e Civette” che si distingue per essere un centro di educazione naturalistica e turismo sostenibile. C'è anche la sottosezione del CAI di Brescia che promuove il Cammino dei boschi di ferro sulle Alpi Lombarde.
© LegambienteCommenta così Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente: “Le bandiere verdi rappresentano un modello di sviluppo che vorremmo prendesse sempre più piede nelle aree montane interne e che ben raccontano un’economia basata su dinamiche relazionali aperte, in cui operano attori capaci di immaginare e condividere progetti, di generare senso comune. Dalle storie che premiamo emerge il valore fondamentale della comunità dove si sviluppano pratiche e visioni nuove, capaci di offrire risposte concrete e partecipate alle trasformazioni sociali che stiamo vivendo. Siamo di fronte a frammenti di quella che il sociologo Aldo Bonomi definisce una comunità di cura, che insieme alla comunità operosa dovrebbe diventare un riferimento fondamentale per l’azione delle istituzioni e per l’orientamento delle attività di ricerca, nel percorso di senso della società che vogliamo costruire. Una comunità che però da sola non basta, che si deve rafforzare e deve essere sostenuta”.
Non solo bandiere verdi
Il report Carovana delle Alpi 2025 denuncia pratiche non sostenibili: nove bandiere nere sono state assegnate lungo l'arco alpino, otto in Italia e una in Austria. Oltre al primato di bandiere verdi, il Friuli-Venezia Giulia ottiene ben 3 bandiere nere, seguita da Piemonte, Valle d'Aosta, Trentino, Alto Adige e Veneto. In Austria il vessillo nero va all'industria dello sci per l'accanimento nell'ampliare le aree sciistiche del Tirolo sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle Alpi orientali.
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