Prow Knob, l'isola che non c'era apparsa tra i ghiacciai dell'Alaska

In Alaska si è assistito alla "nascita" di un'isola, come conseguenza del ritiro del ghiacciaio Alsek. Una dimostrazione di quanto il cambiamento climatico sta velocemente ridisegnando il nostro pianeta.

Tra i mesi di luglio e agosto 2025, all'interno di un lago dell'Alaska sudorientale, è comparsa una nuova isola. La causa non è da ricercarsi in movimenti tettonici o eruzioni vulcaniche ma nel progressivo ritiro di un ghiacciaio. La “nascita” dell’isola è stata testimoniata dalle immagini satellitari raccolte dalla NASA tra il 1984 e il 2025. 

 

Prow Knob, la prua del ghiacciaio Alsek

In una dichiarazione semplice ed efficace, la NASA ha spiegato il fenomeno alla base della comparsa dell’isola di Prow Knob e il suo legame con il ghiacciaio Alsek

Premessa necessaria, per comprendere l’inizio di quella che è una storia ambientata nell’era del cambiamento climatico, è che il ghiacciaio Alsek sia uno dei ghiacciai dell’Alaska sud-orientale che versano in uno stato di sofferenza, in conseguenza del riscaldamento globale. Nella zona, i ghiacciai stanno mostrando un progressivo ritiro delle fronti glaciali e riduzione in spessore. L’acqua di fusione derivante da tali processi, va ad alimentare laghi proglaciali, specchi d'acqua che si formano in corrispondenza delle zone frontali dei ghiacciai in fase di ritiro.  

Il ghiacciaio Alsek ha subito, in conseguenza della fusione glaciale, una evoluzione spaziale. Nei decenni passati, due bracci del ghiacciaio si estendevano a circondare, in una sorta di abbraccio glaciale, una piccola montagna, ribattezzata Prow Knob, traducibile in "sporgenza a forma di prua”, espressione coniata dal glaciologo Austin Post. Impegnato nel catturare immagini aeree nella zona negli anni Sessanta, Post notò che il rilievo, sporgendo nella parte anteriore della massa glaciale, potesse somigliare alla prua di una nave.

Nell'estate del 2025, a seguito del continuo ritiro dei due bracci del ghiacciaio, la massa continentale, che misura circa 5 chilometri quadrati, si è trovata completamente circondata dalle acque del lago Alsek, di fatto trasformandosi in un'isola

 

Il nunatak diventato isola

Secondo le ricostruzioni del glaciologo Mauri Pelto del Nichols College, all’inizio del Novecento il ghiacciaio Alsek si estendeva fino al Gateway Knob, circa 5 chilometri a ovest di Prow Knob. A metà secolo, il ritiro era già evidente, ma il ghiaccio arrivava ancora ad avvolgere la montagna, che all’epoca poteva essere identificata come un “nunatak”, termine di origine inuit utilizzato per indicare la sommità di un monte o di una cresta rocciosa che sporge come un’isola di roccia in un “mare” di ghiaccio

La fusione del ghiacciaio e l'espandersi del lago, avevano portato gli esperti a ipotizzare la possibile trasformazione del Prow Knob in isola già negli scorsi anni. In base alla velocità del ritiro delle fronti glaciali, mostrata dal ghiacciaio tra il 1960 e il 1990, era stato stimato che il ghiacciaio potesse abbandonare la sua prua, attorno al 2020. Potremmo quasi dire che la realtà sia andata meglio del previsto. Ma di certo, quanto accaduto, positivo non è.

Le due immagini diffuse dalla NASA, catturate dai satelliti Landsat 5 e Landsat 9, mostrano nel dettaglio il ghiacciaio e il lago Alsek nelle estati del 1984 e del 2025. Un viaggio nel tempo che consente di vedere, con un colpo d’occhio, quanto sia mutato il ghiacciaio nell’arco di 40 anni

Nell’immagine più datata, risalente al 5 luglio 1984, si nota che il Prow Knob, riconoscibile per la sua forma circolare di colore verde nella parte destra dello scatto, presentasse già un lato a contatto con le acque del lago. Il ghiacciaio Alsek mostrava ancora un collegamento al braccio settentrionale del vicino ghiacciaio Grand Plateau. 

La situazione è mutata significativamente nell'arco di un decennio. Secondo le ricostruzioni effettuate tramite immagini satellitari, a fine anni Novanta, i due ghiacciai risultavano separati nettamente, in conseguenza di un reciproco ritiro e del contemporaneo espandersi del lago. 

Negli anni Duemila, il ghiacciaio Alsek ha visto diminuire nuovo apporto di massa e in contemporanea ha continuato il suo ritiro, fino a lasciare il suo “nunatak” libero dai ghiacci nell’estate del 2025, come evidenziato dalla seconda immagine, raccolta il 6 agosto 2025. La separazione definitiva tra il ghiacciaio e Prow Knob, si sarebbe verificata tra il 13 luglio e il 6 agosto. 

In termini quantitativi, secondo Pelto, i bracci del ghiacciaio Alsek, che si estendevano attorno al Prow Knob, si sarebbero ritirati di oltre 5 chilometri nell’arco di 40 anni. E non finisce qui. La tendenza del ghiacciaio è chiara. La massa glaciale diminuisce, il lago proglaciale si espande. La sua superficie si stima essere cresciuta, nell’arco di 40 anni, da 45 a 75 chilometri quadrati. 

La medesima sorte interessa gli altri due ghiacciai dell'Alaska sudorientale: il Grand Plateau e lo Yakutat. Al pari dell'Alsek, questi ghiacciai stanno perdendo massa, mentre si accrescono i laghi glaciali originati dalle acque di fusione. Bacini che, complessivamente, nell'arco di 40 anni, hanno visto un raddoppiamento delle loro dimensioni, passando da 130 chilometri quadrati del 1984, a circa 240 nel 2024. Come dichiarato dall'esperto Mauri Pelto, “i laghi che si stanno formando in questa regione sono immensi, partono dalle montagne e si estendono verso la costa, creando un nuovo distretto lacustre unico nel nostro Paese”.

Le immagini satellitari della NASA offrono una prospettiva drammatica sui cambiamenti in atto negli ambienti glaciali, in conseguenza del riscaldamento climatico. Quarant’anni rappresentano infatti, per la vita di un ghiacciaio, un battito di ciglia.